Il cantante, durante il concerto all'Olimpico di Roma, ha condiviso con il pubblico un episodio personale
Dopo le parole di Marco Mengoni in difesa delle famiglie arcobaleno, anche Tiziano Ferro dall'Olimpico a Roma ha lanciato un accorato appello ai fan della comunità LGBTQ+, condividendo un doloroso aneddoto personale. Il cantante, che ha fatto coming out nel 2011, ha affrontato il tema della discriminazione e della vigliaccheria degli attacchi omofobi: "Un ragazzo mi gridò fr***io e poi scappò, da perfetto codardo".
Sul palco Ferro ha tirato fuori una lettera e ha raccontato al pubblico la volta in cui fu vittima di un attacco omofobo: "Volevo leggere una cosa, che non riguarda esclusivamente la discriminazione sentimentale. Riguarda tantissimi gradi di discriminazione, contro i quali dobbiamo combattere ogni giorno".
"Un paio di anni fa un ragazzo, sorpassandomi da destra, mi gridò brutto fr***io schizzando via come il perfetto codardo che era", ha ricordato l'artista. "E' la cosa che mi rende maggiormente rabbioso di fronte a questi soggetti, perché hanno tutti in comune un elemento: la vigliaccheria".
"Io, paradossalmente, sarei anche in grado di rispettarli, gli omofobi, se avessero almeno quel minimo di dignità di fermarsi e guadarmi negli occhi. Attendere le conseguenze dei loro insulti", ha continuato tra le urla dei fan. "Invece no. Un'offesa gratuita, volgare e magari pubblica, e poi la fuga. Io avrei voluto sbranare quel pusillanime, ridurlo a terra per poi infierire. Restituire le offese, urlare forte per aggiungere terrore al dolore. Terminare solo quando avrei visto quell'idiota vittima della peggior mortificazione: essere umiliato da un fr***io".
"Io non sarei scappato", ha concluso Ferro. "Sarei rimasto lì, a guardare quell'individuo con attenzione e compassione, per ricordargli una volta per tutte com'è fatto un uomo. Prendetevi la vostra vita, qualunque essa sia. Diventate ciò che volete, non ciò che gli altri vi impongono".