Ha venduto 75 milioni di dischi, ha cambiato la storia dell'hip hop portando la sua vita nelle sue canzoni, fino alle estreme conseguenze
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Il 16 giugno del 1971 nasceva a New York Tupac Amaru Shakur, meglio noto come 2Pac. Considerato uno dei principali e più influenti rapper di tutti i tempi, oggi avrebbe compiuto 50 anni se la sua parabola non fosse finita tragicamente: 2Pac è infatti morto il 13 settembre del 1996, ucciso a Las Vegas a colpi di pistola da un killer ancora oggi sconosciuto. Ma la sua eredità artistica e la grandezza della sua figura sono rimaste immutate.
Profeta della comunità nera, modello assoluto per generazioni di rapper, protagonista di una delle più tragiche storie del panorama musicale, quella della faida tra i movimenti rap della costa est e ovest degli Stati Uniti, coagulati attorno alle case discografiche Bad Boy (di Puff Daddy) e Death Row (di Suge Knight). Movimenti che avevano come punte di diamante da una parte Tupac e dall'altra Notorious B.I.G., due veri fenomeni, accomunati prima da una grande amicizia, poi da un odio fomentato da chi stava alle loro spalle e che ha portato poi alla fine tragica di entrambi.
Nato con il nome di Lesane Parish Crooks (poi cambiato nel 1972 in onore del rivoluzionario peruviano Tupac Amaru II) nel quartiere di Harlem, Tupac si trasferisce a Los Angeles nel 1988, al seguito della madre, Afeni Shakur. Sin da adolescente Tupac ha conosciuto la vita della strada, che poi avrebbe portato nei suoi versi come pochi altri. Dotato di una spiccata propensione artistica sin dai tempi della scuola si mette in luce grazie alla sua passione per il teatro e la recitazione, iniziando a scrivere le proprie poesie, primi esperimenti per quelli che poi sarebbe diventati i testi delle sue canzoni.
Dopo alcune esperienze in gruppi e collettivi viene notato dalla Interscope Records che lo mette sotto contratto e nel 1991 pubblica a vent'anni il suo primo album, "2Pacalipse Now", che ottiene subito il disco d'oro. Lo stesso anno lo vede debuttare come attore al cinema, dove fa una breve comparsata in "Nient'altro che guai". La popolarità di Tupac cresce con il secondo album, "Strictly 4 My N.I.G.G.A.Z" ma arrivano anche i primi guai con la giustizia. Nel novembre del 1993 viene accusato di violenza sessuale, una brutta vicenda, dai contorni mai del tutto chiariti, che due anni più tardi porta il rapper a una condanna di 4 anni e mezzo di prigione.
A farlo uscire anzitempo, grazie a una cauzione di un milione e mezzo di dollari, è Suge Knight, amministratore delegato della death Row Records, che con questa azione si guadagna non solo la gratitudine di Tupac ma anche una firma su un contratto per i suoi futuri lavori. Arriveranno "Me Against the World", "Thug Life" e "All Eyez On Me", capolavori nati soprattutto nel periodo di detenzione. In particolare "Me Against the World" (1995) viene considerato ancora oggi uno dei lavori più influenti della storia dell'hip hop, una vera pietra miliare imprescindibile da parte di chiunque si avvicini a quel mondo. "All Eyez on Me" (1996), sebbene più controverso dal punto di vista della critica, è un ulteriore passo in avanti dal punto di vista commerciale, con quasi 40 milioni di copie vendute che trasformano 2Pac in una vera star nonché una gallina dalle uova d'oro per Knight.
In mezzo a tutto questo inizia la faida a colpi di dissing e agguati mai chiariti tra East e West Coast. In particolare il 30 novembre del 1994 Tupac rimane vittima di un agguato in uno studio musicale di New York. Nonostante i cinque colpi di pistola ricevuti riesce a cavarsela, ma da quel momento, con Puff Daddy e Notorious B.I.G. per lui sarà guerra aperta: Tupac infatti è convinto che gli assalitori facciano parte dell'entourage di Biggie e che ci siano lui e Daddy dietro l'agguato. Circostanza sempre negata da Biggie. Scampato a quel primo agguato Tupac sarebbe caduto sotto un'altra raffica di colpi di pistola due anni più tardi, mentre Notorious sarebbe stato ucciso qualche mese dopo di lui.
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