Debutta in prima nazionale all'Elfo Puccini di Milano lo spettacolo firmato da Renato Sarti
Il 12 dicembre del 1969 nella Banca dell’Agricoltura di piazza Fontana a Milano esplose una bomba: 17 i morti 88 i feriti. Ricordare, a cinquant’anni di distanza, il rumore assordante dell'esplosione, il silenzio altrettanto assordante della menzogna che fu costruita attorno all'attentato e quello della fiumana di gente, che al funerale dell vittime mandava un messaggio chiaro al mondo politico, è un atto dovuto. Anche e soprattutto a teatro. Debutta in prima nazionale il 9 dicembre all'Elfo Puccini di Milano "Il rumore del silenzio" di Renato Sarti, che ne è anche l'interprete insieme a Laura Curino... Uno spettacolo per ricordare, per non dimenticare.
Nuova produzione del Teatro della Cooperativa lo spettacolo parte dalla necessaria riflessione, che, attraverso le voci dei familiari delle vittime e di Licia Pinelli, cerca di ricostruire e restituire il senso profondo e umano di quanto accaduto.
Dopo il debutto al Teatro Elfo Puccini "Il rumore del silenzio" sarà in scena al Teatro della Cooperativa dal 10 al 15 dicembre, prima di partire in tournée, fa parte del ciclo di iniziative promosse dalle amministrazioni comunali di Milano e Brescia in occasione del cinquantennale della strage di Piazza Fontana e del quarantacinquesimo anniversario di quella di Piazza della Loggia.
Quel 12 dicembre l'attentato non fu solo alla Banca dell'Agricoltura di Piazza Fontana, bensì alla democrazia italiana, attraverso il tentativo della destra di imporre con le bombe la legge del caos. La responsabilità fu attribuita strumentalmente agli anarchici, accusando Pietro Valpreda di essere “il mostro” della strage e il 15 dicembre l’anarchico Giuseppe Pinelli, innocente e trattenuto in modo illegale, morì precipitando “accidentalmente” dal quarto piano della Questura di Milano.
Atto doveroso nei confronti delle vittime delle stragi e dei loro familiari, "Il rumore del silenzio" è soprattutto il tentativo di provare a combattere l’oblio della memoria storica, attraverso le parole civili ed umane del teatro.
In un Paese come il nostro, esperto nell’arte del minimizzare le proprie colpe, si arriva al paradosso del capovolgimento: la poca memoria storica non solo non combacia con la verità, ma a volte trasforma gli assassini in santi, mentre i veri eroi, a volte, cadono nell’oblio. In questo senso, la storia della strage di piazza Fontana è emblematica.
Sul palcoscenico, da una parte, Renato Sarti, autore e regista del testo, si farà tramite del dolore dei parenti di chi perse la vita nella strage e del mos maiorum del mondo rurale da cui provenivano: l’attaccamento alla terra, alla famiglia e a quella Patria che li avrebbe traditi.
Dall’altra parte, Laura Curino darà voce alla testimonianza di Licia Rognini, moglie di Giuseppe Pinelli, che nel 2009 fu riconosciuto dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano come diciottesima vittima della strage.
Una messa in scena per rammentare che il teatro, anche quando tratta pagine di grande portata storica come questa, sempre dai sentimenti più profondi e dalla quotidianità deve partire.