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A Giffoni arriva Marco D'Amore: "Vorrei essere dimenticato"

L'attore ha raccontato ai ragazzi il difficile rapporto con il successo

24 Lug 2019 - 17:34
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Il suo ruolo in "Gomorra" l'ha reso indimenticabile, ma Marco D'Amore non ci tiene affatto a essere ricordato dal pubblico. "Vorrei essere invisibile, scomparire sempre di più ed essere dimenticato. Continuerò a defilarmi fino a diventare un puntino", ha confessato al Giffoni Film Festival. L'attore era ospite della kermesse per presentare "Dolcissime", film di cui è sceneggiatore insieme al regista Francesco Ghiaccio.

"Mi sono sempre minato da solo. Ogni volta che qualcuno mi ha fatto dei complimenti su qualcosa, ad esempio 'reciti bene', ho smesso di farlo", ha continuato.

Il film racconta le difficoltà dell'adolescenza, con tre inseparabili amiche, eternamente in lotta con i chili di troppo, che decidono di iscriversi a un campionato di nuoto sincronizzato. Nel cast Valeria Solarino, Vinicio Marchioni, Giulia Barbuto Costa Da Cruz, Alice Manfredi, Margherita De Francisco, Giulia Fiorellin e Licia Navarrini.

Marco D'Amore sulla passerella di Giffoni

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"Mi sono sempre interrogato sul dare voce alle minoranze, alle persone che vengono facilmente giudicate male", ha raccontato D'Amore, che con Ghiaccio collabora dal 2003, prima in teatro e poi con i cortometraggi.

"Stavamo scrivendo dei radiogrammi sportivi - ha spiegato il regista - Ne avevamo da poco concluso uno sul ciclismo e pensammo di scrivere una storia completamente al femminile, qualcosa che avesse i toni della commedia, ma anche della favola. Così abbiamo pensato alla storia di queste ragazze che si cimentano con il nuoto sincronizzato".

"Oggi sembra che tutti siamo liberi di parlare di tutto, ma non è così. Il film non vuole essere una pellicola sulla bulimia o l'anoressia, il bodyshaming, ma una storia che racconta una fase della vita. L'adolescenza è un'età delicata, spesso legata a modelli che richiedono la perfezione", ha spiegato D'Amore.

"Non ho mai preteso da un libro o da un film che mi suggerisse qualcosa - ha precisato - Questo è un compito dello spettatore. Piuttosto spero di dare delle suggestioni, in un periodo un cui l'altro, il diverso, è visto sempre più come un pericolo e appare sempre più spaventoso. E questa è la deriva dell'umanità".

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