Arriva "Parientes", il nuovo album del trio Servillo-Girotto-Mangalavite
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A 6 anni dall'ultima fortunata uscita discografica "Futbol", il trio Servillo-Girotto-Mangalavite presenta il nuovo album ed allarga la personale ricerca musicale e letteraria. "Parientes", questo il titolo del nuovo lavoro, è un viaggio nei ricordi, nelle persone, nell'immaginario di un popolo migrante che ha dato vita ad un'altra cultura e, nel contempo, ha preservato la propria portandovi nuova linfa; è un arco che si tende fra le sponde e nel tempo.
Nascono, così, avventure d'amore, ricordi, intrecci sentimentali, e tra una milonga, un tango, una cumbia, emergono storie di vita vissuta, di fatiche quotidiane e voglia di riscatto, di legalità e delinquenza, e, perché no, di tradizioni culinarie da esportare e mantenere come tratto imprescindibile e distintivo di una comunità. I gruppi familiari, piccoli o grandi che siano, si rivelano custodi di un'umanità unica e universale. Quella tra il cantante Peppe Servillo, il sassofonista Javier Girotto e il pianista Natalio Mangalavite è un sodalizio artistico ormai consolidato come conferma Servillo gradito ospite questa settimana a "Jazz Meeting"
"Siamo insieme da quasi dieci anni - dice Peppe - la nostra è una vita fatta soprattutto di concerti. Javier e Natalio sono due musicisti argentini che vivono in Italia da molto tempo, la loro esperienza in campo professionale è maturata soprattutto in ambito jazz, per quanto ci riguarda la realizzazione dei dischi è qualcosa che avviene più di rado rispetto ai concerti e rappresenta per noi dare forma a nuovi progetti da presentare poi al pubblico".
"Il nostro nuovo album 'Parientes' tende a sottolineare l'interesse per l'incontro tra le due culture: quella italiana e quella argentina, una sorta di ponte, un viaggio di andata e ritorno che si traduce in canzoni che hanno un respiro popolare, affondano le loro radici nella musica argentina e per ciò che concerne i testi nella dimensione più propriamente italiana".
Ami "recitare" i testi delle canzoni?
Sono un cantante napoletano, da questo punto di vista "pronuncio" teatralmente le mie canzoni, ne curo la "messa in scena". Questa è un tradizione anche argentina, infatti il modo che hanno i cantanti di quel Paese di narrare le storie raccontate nei testi delle canzoni è molto teatrale, io non faccio altro che assecondare questa tendenza. Nei testi si parla di ricordi anche se non in modo nostalgico, l'Argentina è il secondo Paese più italiano al mondo: lì la cultura europea si è riformata e ricreata.
La vostra musica ha un grande impatto anche senza una sezione ritmica
Sia Javier che Natalio sopperiscono alla mancanza di una sezione ritmica in questo progetto, suonando i sassofoni e le tastiere in modo "percussivo", per poter poi realizzare attraverso la musica mondi diversi ma anche ritmi diversi, come il Tango, la Milonga e gli altri ritmi latini. E' una sfida quella di riuscire a creare in tre un "mondo sonoro" ricco e vario, dove il limite che abbiamo diventa un motivo di stimolo: quello di ricreare in maniera diversa un tipo di canzone.
Le canzoni diventano a questo punto dei mini racconti
Sono un interprete, un attore, per certi versi affido alla pronuncia il modo di creare un personaggio che poi narro nelle canzoni. Faccio riferimento alla musica popolare, nei concerti alterniamo momenti di recitazione a momenti musicali, che mettono in risalto vicende della cultura popolare. La cultura italiana, mescolandosi con quella spagnola e quella tedesca ed argentina ha dato vita a qualcosa di straordinario.