IN GARA PER IL LEONE D'ORO

A Venezia 77 ben dieci minuti di applausi per "Notturno" di Gianfranco Rosi

Accoglienza calorosa per il film italiano girato in Medio Oriente

09 Set 2020 - 10:13
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E' durato ben dieci minuti l'applauso al termine della prima mondiale di "Notturno", pellicola diretta da Gianfranco Rosi e terzo titolo italiano in corsa per il Leone d'oro. Felice del tributo il regista, che ha portato alla Mostra del Cinema di Venezia un film girato ai confini di Siria, Iraq e Libano. Rosi è stato tre anni in Medio Oriente, rischiando anche la vita, per raccontare le storie di chi vive quotidianamente i conflitti.

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Il documentario racconta la situazione in Medio Oriente attraverso le storie di otto persone. Rosi, candidato all'Oscar per "Fuocoammare", ha viaggiato per tre anni tra i confini di Iraq, Kurdistan, Siria e Libano, per raccontare una quotidianità che sta dietro la tragedia continua di guerre civili, dittature feroci, invasioni e ingerenze straniere, sino all'apocalisse omicida dell'ISIS.

"Volevo raccontare la loro esistenza in bilico tra la vita e l'inferno, provare ad identificarmi, a stabilire un contatto e portare a casa uno sguardo diverso del Medio Oriente", ha spiegato Rosi. "Notturno nasce dove si interrompe la breaking news sull'ultimo naufragio, sull'ultima strage, per provare a dare una dimensione intima, profonda", ha aggiunto. 

Gianfranco Rosi porta in passerella la figlia Emma

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Storie di superstiti -   "Sono otto persone, da luoghi distanti e diverse per esperienza, frequentate per mesi, stabilendo un rapporto di fiducia", ha continuato il regista. "Sono racconti liberi, spontanei dei superstiti di massacri della comunità Yazida. Per me far vedere questi bambini, le loro paure, è stato un atto necessario, è il cuore del film".

Per alcuni di loro c'è stato il lieto fine come alcuni bimbi dell'orfanotrofio, con sindromi post traumatiche, che sono in cura in Germania o la "schiava dell'Isis", la ragazza di cui si sentono messaggi disperati sul telefonino della madre. Dopo due anni si è liberata dopo e adesso è al sicuro a Stoccarda.

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