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Il "Padre Pio" di Abel Ferrara arriva al cinema: Shia LaBeouf nei panni del frate

Dal 18 luglio in sala dopo essere stato a Venezia 79 e al 70° Taormina Film Festival

17 Lug 2024 - 09:08
 © Ufficio stampa

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Abel Ferrara racconta il suo "Padre Pio", film già a Venezia 79 alle Giornate degli Autori, passato al 70° Taormina Film Festival e dal 18 luglio in sala. Ed era inevitabile che il regista de "Il cattivo tenente" e della trilogia del peccato (e della redenzione), da sempre affascinato da chi vive ai margini, dagli underdog, facesse alla fine un film non solo sulla santità, ma su una santità difficile perché piena di ostacoli e sospetti come quella di Padre Pio. Un personaggio problematico, cupo quello del santo delle stigmate interpretato da un attore altrettanto problematico e in piena crisi mistica come Shia LaBeouf, che proprio grazie a questo ruolo si è convertito al cattolicesimo, lui cresciuto sia come ebreo dalla madre che come cristiano dal padre. Tgcom24 vi offre una clip esclusiva.

Padre Pio per Abel Ferrara

  "Mi ha colpito il fatto che Padre Pio sia un secondo Cristo, un Cristo italiano. E poi è un Santo, un eroe popolare che spesso viene rappresentato come un Dio, ma allo stesso tempo è così contemporaneo. Abbiamo cominciato a fare ricerche entrando nel personaggio come avevamo già fatto con Pasolini. Così abbiamo letto i suoi libri, le sue bellissime lettere, siamo insomma entrati nella sua vita e colto tutto il suo grande carisma".

La storia

  Il film è ambientato nel 1920 all’indomani della Prima Guerra Mondiale, quando la storia del religioso ha inizio. Arrivato in uno sperduto convento di Cappuccini a San Giovanni Rotondo, sulle montagne del Gargano, Padre Pio darà inizio al suo ministero e al suo cammino religioso personale, in cui la misteriosa apparizione delle stimmate coinciderà con un tragico evento che cambierà il corso della storia mondiale. Il film è una libera interpretazione e un ritratto il più possibile fedele dei primi anni del cammino spirituale del noto Frate Cappuccino e del suo ministero a San Giovanni Rotondo e delle vicissitudini che lo legarono agli abitanti del luogo. Tra povertà, malattie e disordini politici, l’arrivo del frate sarà fondamentale per riavvicinare alla religione quel luogo di devastazione all’apparenza dimenticato da Dio e i suoi abitanti. Nell’assistenza ai poveri e agli ultimi, con amore ed empatia, dopo la devastazione della prima guerra industriale, Padre Pio troverà la sua vocazione, ma dovrà anche affrontare inquietanti visioni, tormenti personali e le sue debolezze di uomo terreno.

Il cast

  A vestire i panni del Santo di Pietralcina, in un’intensa interpretazione, la star internazionale Shia Labeouf, accompagnato dagli interpreti italiani Marco Leonardi, Asia Argento, Vincenzo Crea ("Gloria!"), Salvatore Ruocco ("Napoli Napoli Napoli", "Gomorra") 

Il film di Ferrara

  Siamo nel 1920, e in parallelo alla storia del Santo, Abel Ferrara racconta anche i fatti sanguinosi e poco noti avvenuti a San Giovanni Rotondo nell'ottobre dello stesso anno, in cui ci furono le prime elezioni vinte dalla sinistra, ma in questo paesino dominato da preti e proprietari terrieri, la destra negò il risultato delle votazioni e ci fu una strage, tredici persone, una sorta di anticipazione del fascismo a venire. E ancora sulla sua fascinazione per il Santo, ha detto il regista cresciuto nel Bronx, da sempre cattolico e ora passato al buddismo: "Mi ha sempre affascinato la sua umanità, la sua semplicità. In fondo era un monaco, anzi se gli si chiedeva chi fosse ci teneva a dire che era solo un semplice religioso anche scarsamente istruito, cosa in realtà non vera. Ho amato poi il suo travaglio interiore, questa sua battaglia che non gli ha impedito di portare avanti la sua missione come ad esempio costruire gli ospedali". Perché unire la storia di Padre Pio alle lotte sociali e all'eccidio di San Giovanni Rotondo? "Perchè non puoi parlare dell'uno senza l'altro - sottolinea Ferrara -. Questo film è una sorta di documentario e si vede chiaramente l'inizio di quella che sarà la seconda guerra mondiale. Le stigmate vengono fuori infatti nel momento stesso in cui sta succedendo tutto questo. Una sorta di avvertimento, di monito di quello che stava per accadere come la crisi finanziaria e l'olocausto".

Il suo rapporto con la tentazione? "È una battaglia che dura tutta la vita - aveva detto a Venezia -, momento per momento. Il problema è avere la consapevolezza di fare la cosa giusta, di avere gli strumenti per scegliere". Da buddhista cosa si aspetta dal futuro? "Non so rispondere. Non siamo sulla Terra per soffrire, ma quello che vedo in giro è tanta sofferenza". Il film è dedicato non solo alle vittime dell'eccidio narrato, ma anche al popolo ucraino. Infatti dopo averlo completato Ferrara è partito per Kiev, dove ha realizzato il documentario "Turn in the Wound", presentato alla scorsa Berlinale.

La conversione di Shia LaBoeuf

  Infine, una curiosità sulla conversione del turbolento Shia LaBoeuf, avvenuta proprio durante le riprese di Padre Pio nel 2021, e che ora vuole diventare addirittura diacono. L'attore era da tempo attratto dal cattolicesimo mentre affrontava non solo l'alcolismo, ma anche una causa intentata dall'ex-fidanzata FKA Twigs, che lo aveva accusato di incessanti abusi, violenza sessuale, aggressioni e stress emotivo. Il processo è previsto per il 14 ottobre. L'attore si è poi davvero convertito al cattolicesimo dopo aver girato Padre Pio nel 2021 e sembra che Mel Gibson in persona lo abbia introdotto alla Messa in latino e al Libro dei Maccabei. 

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