L'artista presenta a Tgcom24 il nuovo album "Pour l'amour" in cui sono presenti featuring con Cosmo, Gemitaiz, Clementino e Rocco Hunt
di Santo Pirrotta© ufficio-stampa
Un "incidente" tra trap, tecno, samba, rap e cantautorato. Anticipa sempre i tempi Achille Lauro, che con il nuovo album "Pour l'amour" sperimenta "10 mila generi" e il risultato è un sound futuristico. "Ci siamo rinchiusi in un villone di super lusso per tre mesi - racconta a Tgcom24 - con 15 persone, 10 kg di marijuana, e almeno 150 persone sono passate di lì: ne sono uscite canzoni per tre dischi, questo è il primo della trilogia".
Sono tanti i featuring, da Clementino e Rocco Hunt a Cosmo, da Gow Tribe a Gemitaiz, da Quentin40 a Puritano. "E' un progetto che spazia dalla sambatrap a qualcosa che abbiamo inventato noi, che guarda al futuro senza imitare ciò che è in voga", sottolinea. Quattordici tracce prodotte da Boss Doms, tra funk carioca, afrotrap, techno e citazioni di Santana in cui si parla di povertà e riscatto, amicizia, droga e, soprattutto, amore. Che è il fil rouge.
Quell'amore che Achille Lauro si tatua sul volto, un amore che è dipendenza e viaggio. E che cambia ogni volta. Amaro, danzereccio e tormentato. Come in "Angelo blu" con Cosmo, "Mamacita" e "Penelope". "E' un disco che abbiamo concepito diversamente, non tutto in studio, ma come si faceva negli anni '70", spiega. E le citazioni sono evidenti. Già dalla copertina ispirata a "Velvet Goldmine": "Andando nella villa non ci siamo recati in un luogo ma in un tempo, il 1969. Per noi la vera musica è più nel vecchio che nel nuovo. Ci stiamo spostando da un sound suonato con il computer a strumenti veri, e stiamo lavorando a un live con una band e uno show che sarà qualcosa di teatrale".
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"Siamo i nuovi David Bowie giochiamo sull'ambiguità sessuale", ripete Achille che si diverte con la voce, da scura e maschile a "femminile con la pistola": "C'è un po' di donna e un po' di uomo, è questo il bello". Come in "Bvlgari" dove racconta un mondo sfarzoso come un'illusione: "Un sogno ispirato ai Casamonica, con paillettes e rose lanciate da un elicottero. Non ho scelto i soliti esempi di gangster perché il gangsta rap mi imbarazza".
La sua, ammette, è l'ultima generazione a metà tra il vecchio e il nuovo: "Non siamo nati con i cellulari in mano, ci citofonavamo, era un'altra epoca in cui ti beccavi in giro per strada e anche la solitudine faceva parte dell'arte". Nel disco, estivo, non ci sono tracce uguali e il sound è totalmente diverso rispetto al passato. Anche se i temi, come la droga, tornano in "Burro e marmellata", un elogio e un anche un'ammissione: "Scrivo solo sotto l'effetto di stupefacenti... sono alla base di tutto per me".