Clint Eastwood, una vita tra pistole e Oscar
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L'ultimo lavoro del regista 94enne, negli Usa è stato distribuito solo in 31 cinema, ma in Francia ha incassato, nel primo weekend, oltre tre milioni
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Con "Giurato Numero 2", nelle sale italiane dal 14 novembre, Clint Eastwood potrebbe dare l'addio definitivo al cinema. Un addio da Oscar però, stando al giudizio di molti, che definiscono il film "perfetto". Eppure, quello che potrebbe essere il capitolo finale della carriera da regista di Eastwood, è stato distribuito in America, da Warner Bros, in meno di 50 sale, dopo aver rischiato di uscire direttamente in streaming...
I giudizi positivi di critica e pubblico tuttavia hanno fatto cambiare idea alla Warner, che lo ha poi persino inserito nella lista dei film della sua campagna promozionale sui quali punterà per gli Oscar. E intanto al di fuori del mercato nordamericano, dalla Francia al Regno Unito, la pellicola su colpa e giustizia, sta trionfando con incassi inaspettati. Ora manca solo l'Italia.
"Giurato Numero 2" è un film che non molla neppure un attimo, ma senza effetti speciali, solo con una storia assurda quanto credibile e vera.
L'ex alcolista redento Justin Kemp (Nicholas Hoult), ormai sposato con tanto di moglie incinta (Zoey Deutch), è chiamato in tribunale come giurato per un caso di omicidio. Il caso è apparentemente semplice: una giovane donna di nome Kendall Carter, dopo aver litigato in un bar-biliardo con il suo fidanzato, è andata via ubriaca a piedi sotto la pioggia ed è stata ritrovata morta sotto un ponte. Il fidanzato, James Sythe (Gabriel Basso), che è stato visto litigare nel parcheggio del locale, non è proprio un tipo a posto, ha precedenti di violenza e percosse e viene così arrestato e accusato di averla uccisa dopo la lite. Ma Justin, per un motivo impossibile da rivelare senza fare spoiler, si trova di fronte a una crisi morale perché sa che Sythe è innocente. Per lui c'è una sola strada da percorrere: gettare tra i giurati il proverbiale 'legittimo dubbio' sul caso. Nel frattempo l'avvocata dell'accusa, Faith Killebrew (Toni Colette), è troppo presa dalla sua campagna elettorale a procuratore distrettuale per non chiudere un occhio e cercare di far condannare Sythe comunque.
Justin, preso da sensi di colpa, cerca di convincere gli altri undici giurati dell'innocenza dell'accusato moltiplicando così all'infinito le sedute della giuria nella prospettiva di raggiungere prima o poi la maggioranza. Ma le cose in questo thriller psicologico dall'impianto classico, che non può non ricordare 'La parola ai giurati' di Sidney Lumet, prenderanno una strana piega fino all'incredibile finale.
Tra le molte morali di questo film su colpa e giustizia, il fatto che quest'ultima è molto difficile da abbracciare se minaccia davvero il nostro privato. "Jonathan Abrams aveva scritto una buona sceneggiatura", dice Eastwood: "È poi davvero intrigante quando uno scrittore pone un personaggio di fronte a un dilemma morale da vivere in un'aula di tribunale, è qualcosa in cui tutti possiamo immaginarci in qualche modo. Ho pensato che fosse una storia forte e che sarebbe stata un buon film". Perché il pubblico dovrebbe vedere 'Giurato Numero 2'? "Penso che alle persone piacerà", sottolinea convinto il regista: "È un film che vorrei
vedere perché guarda con attenzione alla zona grigia, a tutto ciò che accade tra il bianco e il nero della vita quotidiana, e si spera, infine, che vi faccia pensare a cosa fareste voi in quella situazione".
Frase chiave del film: "Era lo scorso ottobre. Pioveva e ho colpito qualcosa...". Frase cult: 'Qualche volta la verità non è giustizia'.
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