LA RECENSIONE

Con “Agosto a Osage County” il teatro Parenti fa boom

Grande successo di pubblico e di critica per il dramma del premio Pulitzer Tracy Letts

di Roberto Ciarapica
22 Gen 2024 - 15:15
 © Ufficio stampa

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Agosto. Oklahoma. Contea di Osage, fra le grandi pianure desolanti del Midwest americano. Nel caldo insopportabile dell’estate - continuamente ostentato dagli attori per alimentare la metafora dell’aridità atmosferica che diventa deserto umano nel rapporto tra i personaggi - una famiglia medio borghese (disfunzionale, decomposta, danneggiata dalle distanze, dal tempo e dall’odio) si riunisce per il funerale del capofamiglia Beverly, poeta fallito e alcolizzato, morto suicida in un lago della zona dopo una comparsata iniziale.

In questoAgosto a Osage County”, spettacolo prodotto dal Teatro Stabile di Torino e andato in scena al Parenti di Milano dal 16 al 21 gennaio (Sala Grande piena in tutte le date), il regista Filippo Dini ripropone con un tocco nuovo il dramma che a Tracy Letts valse il Premio Pulitzer nel 2008 e che nel 2013 fu portato al cinema da John Wells (“I segreti di Osage County”) con un cast strepitoso, per la benedizione della critica tutta.

Un dramma alla Tennessee Williams. Più cupo, almeno apparentemente, a Broadway e al cinema rispetto a quello riletto, appunto, da Filippo Dini. Il quale, aiutato da una scenografia mobile e su due piani (palcoscenico e soppalco), ne propone una versione grottesca, pirotecnica, a tratti esilarante. Una scelta dovuta all’esigenza di evidenziare e smascherare (per renderla, se possibile, ancora più forte) la catastrofica caduta di questa famiglia violenta, sbriciolata da nevrosi e psicofarmaci, annegata (come il protagonista) in un putrido lago di cose non dette, di complessi edipici e di incesti insospettabili.

“La vita è molto lunga…”, sussurra profeticamente il capofamiglia Beverly (Fabrizio Contri) in apertura, citando Eliot, suo poeta preferito. Così lunga da non riuscire a evitare a una famiglia solo apparentemente diversa, eppure simile per certi versi a quasi tutte, di fare i conti con le proprie miserie. Grazie (anche) a una compagnia di attori impeccabili, guidati da una protagonista assoluta, Anna Bonaiuto (che interpreta magistralmente la matriarca Violet), il teatro Parenti ha offerto a un pubblico entusiasta uno degli spettacoli più belli degli ultimi anni. Una drammatica commedia corale in cui tutto ha funzionato alla perfezione: testo, regia, attori, scenografia. Applausi.

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