Il cantautore presenta a Tgcom24 il nuovo singolo "Fino all'alba (ti sento)" che esce il 25 giugno
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Un inno alla libertà, un invito a scegliere "chi si vuole essere". Senza pregiudizi e soprattutto cliché. Già, quei cliché che Aiello vuole abbattere con il nuovo singolo "Fino all'alba (ti sento)". Un brano che parla di cose importanti supportato da un sound leggero, giusto per essere ballato. "Non faccio gare, non scrivo tormentoni a tavolino, porto il mio messaggio in mezzo a tante bellissime canzoni estive", spiega a Tgcom24.
"Fino all'alba (ti sento)" è il nuovo che avanza, come nasce questo brano?
Nasce tutto da un rif di chitarra... poi mentre scrivevo questa canzone è nato un racconto molto personale. E' venuta fuori in modo naturale la voglia di condividere un messaggio importante: anche in estate, anche ballando, non per forza bisogna raccontare i soliti cliché sia strumentali sia di contenuti.
E' un manifesto sulla libertà...
E' una canzone che celebra la libertà, ad ampio raggio, che sia una questione dei pelle, sesso, amore... è surreale che ci siano ancora un Ddl Zan fermo. E' surreale anche l'intervento del Vaticano, dal primo giorno non mi sono mai risparmiato nell'espormi. Così provo a dare una mia visione dell'estate, con il mio modo di raccontare i suoni. Avevo voglia di inviare un messaggio in mezzo a tante canzoni bellissime estive..
A proposito, come ti collochi in mezzo a tutti i tormentoni estivi?
Mi guardo allo specchio, non potrei mai giocare a basket perché non sono nato alto, sono uno che scrive canzoni e ogni volta mi auguro che diventi la canzone dell'inverno, dell'estate.. è ovvio che spero che la canzone venga accolta da tutti, ma non mi siedo a tavolino a scrivere il tormentone... qualcuno direbbe per fortuna, altri per sfortuna... io seguo la mia natura, non faccio gare, faccio a modo mio. Ma sia chiaro: rispetto tutti.
Perché il ballo è così importante nella tua vita?
Da piccolo sono stato vittima del boom delle sale da ballo, c'era la moda dei balli latino-americani e per un anno ho frequentato una scuola. In realtà ce l'ho nel sangue, è una questione di origini, la danza popolare mi appartiene, siamo figli di Spagna, Grecia, bizantini e normanni. Sin dall'inizio della mia carriera ho sempre voluto costruire con i miei fan un percorso in cui ci sono momenti per piangere e altri in cui si ride e si balla...
Cos'è per te la libertà?
Un bene prezioso che non dovrebbe mai essere messo in discussione. Puoi avere tutto, successo, soldi e salute ma se non ti senti libero di poterti esprimere e di vivere tutto viene automaticamente depotenziato.
Ora che sono passati tanti mesi, lo possiamo fare un bilancio della tua prima volta a Sanremo?
E' stata una fatica immane. Sanremo è un tritacarne che se te lo raccontano e non lo vivi non ci puoi credere... ho un unico piccolo dispiacere, quello di aver portato una canzone molto importante e difficile, impegnativa, che non avuto la fortuna di essere capita a primo impatto. Ho dovuto faticare di più. Al di la della classifica che, giuro, è davvero relativa, ho dovuto fare una salita, una vera rimonta.
"Ora" è un brano molto amato
Si. La canzone ha fatto la strada che doveva fare, poi me la sono goduta, è arrivato il disco d'oro, la gente ha apprezzato... Ma non è stata una passeggiata di salute...
Il tour parte con molte date sold out, come ti prepari?
Con una grande carica, ho tanta voglia di fare musica live. Sono felicissimo per i sold out, sono cosciente che non sarà il tour estivo classico perché dovremo giustamente rispettare una serie di regole, però tra l'essere chiusi in casa e fare musica, preferisco la seconda.