La Critica Musicale Italiana ha premiato l’esecuzione in forma di concerto che ha rappresentato la prima ripresa assoluta dalla prima esecuzione a Parigi nel 1865 del capolavoro verdiano
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"Macbeth", che ha inaugurato lo scorso autunno il XX Festival Verdi nella speciale edizione “Scintille d’Opera” realizzata nel nuovo teatro all’aperto di Parco Ducale, ha vinto il XXXX Premio Franco Abbiati della Critica Musicale Italiana. Un’esecuzione in forma di concerto che ha rappresentato la prima ripresa assoluta dalla prima esecuzione a Parigi nel 1865 del melodramma in quattro parti di Giuseppe Verdi, su libretto di Francesco Maria Piave e Andrea Maffei, tradotto in francese da Charles Louis Étienne Nuittier e Alexandre Beaumont, presentato al XX Festival Verdi nell’edizione critica della partitura curata da David Lawton, revisionata da Candida Mantica.
Protagonisti Roberto Abbado, Direttore musicale del Festival Verdi, che ha diretto la Filarmonica Arturo Toscanini e il Coro del Teatro Regio di Parma, preparato da Martino Faggiani, Ludovic Tézier (Macbeth), al suo debutto a Parma e al Festival Verdi, Silvia Dalla Benetta (Lady Macbeth), Riccardo Zanellato (Banquo), Giorgio Berrugi (Macduff), anch’esso al debutto a Parma e al Festival Verdi, David Astorga (Malcolm), Francesco Leone (Un médecin), Natalia Gavrilan (La Comtesse) e Jacobo Ochoa (Un serviteur / Un sicaire / Premier fantôme).
“Nell’anno della pandemia e dei luoghi di spettacolo e della musica chiusi e fortemente penalizzati - scrive l’Associazione Nazionale dei Critici Musicali - la commissione del 'XXXX Premio Abbiati' ha scelto di non attribuire valutazioni individuali, tranne per alcuni riconoscimenti che di per sé lo esigono, ma di raccontare e riassumere l’intero mondo musicale italiano con quattro 'Premi speciali', motivati in ampiezza e sostanza critica. Segnalando il valore, l’originalità e l’intraprendenza di iniziative ‘collettive’ e progettuali, o di individualità, che hanno combinato orgoglio e innovazione, dignità artistica e sensibilità sociale, adattabilità e riorganizzazione di spazi e modi operativi”.
"Spostata dal Teatro Regio al Parco Ducale, la versione francese del 'Macbeth' di Verdi, nella revisione appositamente predisposta da Candida Mantica sull’edizione critica di David Lawton, ha saputo, anche in forma di concerto anziché scenica essere la proposta di qualità emblematica del profilo di ricerca e spettacolare del Festival Verdi - si legge nella motivazione del prestigioso premio speciale attribuito all'opera -. Facendo valere, al di là delle coercizioni logistiche e delle idonee sperimentazioni di sicurezza, i meriti dei singoli protagonisti musicali (in particolare Roberto Abbado, Ludovic Tézier, Silvia Dalla Benetta, la Filarmonica Toscanini e il Coro del Regio) e la qualità di un progetto artistico altrimenti a rischio di cancellazione. Rintracciando nella disposizione dei musicisti, non naturale né agevole da padroneggiare in concertazione ma acusticamente redditizia, una dimensione narrativa tenebrosa e insinuante che suonava in perfetta sintonia con l’elemento naturale. Così come il palco agile e funzionale – che nella sua a-spazialità rimandava al Teatro Continuo di Alberto Burri – si congiungeva allo sfondo di Palazzo Ducale, come una suggestiva quinta monumentale: eco del palcoscenico al chiuso forzatamente abbandonato”.