Il 23 marzo arriva nelle sale il secondo film di Michele Vannucci, Tgcom24 offre una clip esclusiva
Alessandro Borghi e Luigi Lo Cascio sono uno contro l'altro nel film "Delta", thriller ambientato tra le acque e le nebbie tra Ferrara e Rovigo dove il Po si getta nel mare tra mille canali. È qui che si svolge la seconda pellicola di Michele Vannucci, prodotta dalla Factory Groenlandia di Matteo Rovere, che arriva nelle sale il 23 marzo. Tgcom24 offre una clip esclusiva.
Alessandro Borghi è Elia, un uomo taciturno del posto che si è unito alla famiglia Florian, un gruppo di bracconieri venuti dalla Romania che si dedica alla pesca illegale. Dall'altra parte della barricata c'è invece Osso (Luigi Lo Cascio), un volontario che insieme alla sorella si occupa della difesa dell'ecosistema locale. È inevitabile che questi due mondi opposti siano destinati a scontrarsi e in questa lotta, tra le nebbie e l'umidità del Po, ci vada di mezzo anche Anna (Emilia Scarpati Fanetti), l'ex di Osso mai davvero dimenticata.
Proprio come accade nei western, il confine tra la giustizia ufficiale e quella fai da te è sempre più labile e così tutti i personaggi di questo thriller si trovano in una girandola violenta piena di colpi di scena. "Delta è un film che porto nel cuore perché racconta una storia sincera - ha detto Alessandro Borghi -. Non molliamo, continuiamo a raccontare storie, senza algoritmi, senza influencer, senza musiche da botteghino. Il cinema merita di poter essere difficile, merita di non essere per tutti, perché quello che è per tutti è mediocre, per forza".
"Per questo ruolo era necessario non prepararsi, altrimenti avrei riprodotto qualcosa che già conoscevo - ha spiegato Lo Cascio -. Quando ho letto la sceneggiatura ne sono rimasto talmente affascinato che ho incontrato il regista per dirgli che non credevo di essere capace di interpretare Osso. La sceneggiatura è molto sottile, il mio personaggio si occupa di controllare l'equilibrio tra terra e acqua, fa la guardia ecologica perché nella regione del delta c'è il reale rischio di essere sommersi da un momento all'altro".
Interviene il regista: "Vivevo a Bologna e storie di pescatori e terre selvagge arrivavano in città come fossero leggende. Nel libro di Paolo Rumiz, 'Morimondo', diario di un viaggio lungo il fiume, mi sono imbattuto poi in una testimonianza di quelli che allora venivano chiamati 'i pirati del Po': pescatori di frodo stranieri avvistati lungo gli argini, come fantasmi. Così, per due anni ho esplorato il grande fiume e ho conosciuto i suoi abitanti. In quelle terre in cui la piena è ancora un mistero da temere, è cresciuta in me la voglia di riscoprire un immaginario e raccontarlo attraverso un film di genere: un western fluviale, un conflitto contemporaneo tra comunità di indigeni e forestieri, in lotta lungo la frontiera".