Il performer famoso in tutto il mondo si racconta a Tgcom24 tra nuovo singolo, "Love Hotel", e nuovi progetti
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Alessandro Ristori ama ripeterlo, il segreto del successo sono quegli "occhi da bambino che ridono". Un successo internazionale che lo vede protagonista di concerti esclusivi alla presenza del principe William come di Charlotte Casiraghi. Ma anche se la musica lo porta in giro per il mondo, da Londra a Montecarlo, la provincia, quella dove si è formato ed è cresciuto (Faenza), la custodisce sempre gelosamente. Quelle radici che non gli fanno alzare la cresta di fronte alle maison di moda che lo corteggiano e lo vestono e che gli permettono di essere un portatore sano del "made in Italy". Il performer ha fatto suo il repertorio della musica italiana degli Anni 60 e 70, ma anche i miti Americani degli Anni 50 e il pop-rock inglese. Ha appena lanciato il nuovo singolo "Love Hotel" e si racconta a Tgcom24.
Alessandro partiamo dalla fine, come definisci questo nuovo progetto "Love hotel"?
Love Hotel è una sorta di fantasilandia, invernale, all'italiana: un posto dove puoi esaudire i desideri di star bene, desideri si normalità. Di quotidianità, non dobbiamo sempre cercare qualcosa di estremo o di irraggiungibile.
Per te che cosa è?
E' vedere nella giornata qualcosa di positivo, seguire un sogno, ricavarsi un'ora per se stessi, riuscire a stare con la propria metà non solo nei momenti di euforia ma con un amore che dura sempre. E' difficile stare inseme per 50 anni come hanno fatto i nostri genitori, i nostri nonni.
Quello che ti contraddistingue, prima della tua voce e del look, è la gioia di vivere, di fare le cose...
Sono così. Non ho inventato niente, ho portato davanti alla gente la mia persona, sul palco c'è Alessandro con i pregi e i difetti di vita e artistici, sono un portatore sano di buonumore e di Novecento. Avere gli occhi da bambino e il sorriso mi aiutano.
Come fai a mantenere questa gioia?
Non c'è una ricetta, è un fuoco che arde da solo. Non sono cambiato molto da quando avevo 4-5 anni. guardo i grattacieli come fossero qualcosa di strano, guardo le macchine sportive sperando di potetemene comprare una come quando ero bambino.
Come lo vivi questo successo? Come sei posizionato?
Non è nicchia né mainstream, è un po' un mercato parallelo, una terra di mezzo e forse è anche la mia fortuna, così posso permettermi di fare quello che voglio, senza regole di mercato, senza tempi, riuscendo così ad essere sempre me stesso, naturale...
Il repertorio come lo scegli?
Io ed Enzo Straffa, che è con me da 23 anni, proviamo un brano e non è detto che vada bene, l'importante è dare la magia. Altrimenti bisogna voltare pagina...
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Sei famoso in tutto il mondo, hai colpito anche il principe William, perché piaci così tanto?
Perché sono vero, non costruito, le cose vere sono credibili. La verità vince sempre. Poi ovviamente spero ci sia la qualità che ti fa apprezzare. Il nome altisonante fa notizia e lo scrivono sul giornale, ma a me importa allo stesso modo il parere di Mario Rossi che torna a casa contento. E' un grande premio per me.
Hai un legame forte con le radici...
Sono della provincia ed è un grande valore aggiunto, mi sono conquistato tutto, ho vissuto sempre con la gente vera, normale...
E a Sanremo ci pensi?
A 44 anni mi piacerebbe calcare qual palco, ma non in gara, non sono un big perché non ho successi passati, non sono un giovane per ragioni anagrafiche, mi piacerebbe essere presente come ospite, come testimonial del mio Paese. Mi darei questo premio da esportatore del Made in Italy.
E invece con chi ti piacerebbe collaborare?
Ho collaborato con Andrea Mariano dei Negramaro che ha contribuito alla creazione dei brani, e quindi perché no anche con Giuliano Sangiorgi? Siamo già a un passo da casa sua...
Il passo successivo quale è?
Vorrei intanto poter fare il mio lavoro per sempre, sarebbe una vera medicina. Un sogno sarebbe il cinema, non solo per interpretare me stesso, ma fare proprio l'attore. Sono cresciuto guardando Alberto Sordi e Carlo Verdone, amo la commedia all’italiana. Sono partito dalla recitazione da bambino e questa passione mi è rimasta. I miei concerti in fondo sono un film di un'ora e mezza.