AL MANZONI DI MILANO FINO AL 30 GENNAIO

Alessio Boni è Don Chisciotte a teatro: "Vogliamo regalare al pubblico la capacità di tornare a sognare"

Nei panni di Sancho Panza Serra Yilmaz,  attrice musa del famoso regista Ferzan Özpetek

19 Gen 2022 - 10:10

Dopo due anni di stop a causa del Covid, arriva al teatro Manzoni di Milano il "Don Chisciotte" firmato da Roberto Aldorasi, Marcello Prayer, Francesco Niccolini e Alessio Boni, che ne è anche il protagonista principale affiancato da Serra Yilmaz nei panni di Sancho Panza. Un "quadrumvirato", come lo definisce Boni, che si è cimentato con la monumentale opera di Cervantes, il terzo libro più venduto al mondo dopo la Bibbia e il Corano, per portarne in scena l'"essenza" dosando al meglio i tre concetti chiave che la compongono: "ironia, visionarietà e poetica...".
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Al centro di quella che Boni definisce una "fiaba per grandi" la relazione tra Don Chisciotte e Sancho Panza, tra un aristocratico e un contadino, un dialogo dal quale ambedue escono completamente cambiati: "L'uno si sanchopanzizza, l'altro si donchisciottizza". Il tutto nel nome dell'ironia, che "in questo mondo contemporaneo si ha sempre più difficoltà a decifrare".

"Nel Don Chisciotte c’è tutto", aggiunge l'attore bergamasco: "Ma c'è soprattutto la fantasia fanciullesca, quella che avevamo da bambini e che diventando grandi si è andata via via rinsecchendosi, atrofizzandosi. Ecco questo spettacolo dovrebbe funzionare come una terapia di gruppo, per far rivivere quella capacità di sognare e d'immaginare che avevamo da piccoli".

"Don Chisciotte", guarda alcuni scatti di scena

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© Gianmarco Chieregato
© Gianmarco Chieregato
© Gianmarco Chieregato

© Gianmarco Chieregato

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Ed è questo che significa alla fine "donchisciottizzarsi... recuperare quell'animismo fanciullesco per il quale viene richiesta e sollecitata la fantasia e il coraggio di perseguire i propri sogni. Se riuscissimo in queste due ore di spensierato spettacolo a riscoprire la fantasia e la gioia di vivere per me avremmo già fatto Bingo".

E Roberto Aldorasi aggiunge: "La follia di Don Chisciotte è facilmente spiegabile. Lui vede giganti nei mulini a vento perché vuole vederli, è la sua visione della realtà. Ed è questo che dovremmo imparare a fare anche noi, scardinare la percezione della realtà che ci viene imposta per sostituirla con la nostra visione, fantasiosa e infantilistica, ma autentica e vera... anche a costo di sembrare folli".

E' quindi il coraggio, quello di essere fedeli ai propri ideali "contro un mondo che ci impone valori che non condividiamo, come potere e denaro", il leit motiv dello spettacolo e la virtù di Don Chisciotte a cui far riferimento.  "Don Chisciotte è l'incarnazione dell’utopia, di chi combatte per un’idea, in un mondo in cui ci sono solo imbroglioni, lestofanti e furbetti... ".

“Don Chisciotte”, Teatro Manzoni, via Manzoni 42, fino al 30 gennaio, ore 20.45 (sab. 29 anche ore 15.30), dom. ore 15.30, 15.50/35 euro, teatromanzoni.it

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