La cantautrice metà inglese e metà tedesca ha pubblicato "S.I.D.E.S.". Tgcom24 ne ha parlato con lei
di Massimo Longoni© Ufficio stampa
Nel 2017, con il singolo "No Roots", si è imposta all'attenzione internazionale, ottenendo un successo poi confermato dall'album di debutto "Mint". Ora Alice Merton torna con un nuovo lavoro intitolato "S.I.D.E.S." nel quale ha riversato le emozioni di questi ultimi due anni di pandemia. "Ero finita in un buco nero, a malapena avevo voglia di alzarmi dal letto - dice a Tgcom24 -. Queste canzoni mi hanno aiutato a uscirne".
Artista da 600 milioni di stream, metà inglese e metà tedesca (cresciuta negli Stati Uniti, Canada e Germania), Alice Merton ha lasciato un segno indelebile grazie alla sua voce piena e potente e un impasto musicale che si distingue da gran parte della marmellata uniforme che si ascolta oggi in radio. Anticipato dal singolo "Same Team", "S.I.D.E.S.", come dice il titolo stesso, è un gioco a incastri dalla grande varietà, che mostra non solo tutti i lati emotivi di Alice ma anche il suo eclettismo musicale.
Sono passati tre anni dal tuo album di esordio. Nel frattempo è successo di tutto nel mondo. Questo periodo come ha condizionato il tuo approccio alla musica?
Il mondo è davvero diverso da come lo abbiamo lasciato tre anni fa quando uscì il mio primo lavoro. Tutto quello che è successo è entrato in questo nuovo album. Io ho affrontato una serie di cambiamenti tanto personali quanto professionali. Per un certo periodo ho pensato di perdere la testa come probabilmente è accaduto a molti che hanno affrontato il Covid. E’ stato un periodo davvero duro per me, a lungo non avevo nemmeno le motivazioni per alzarmi al mattino, tanto meno per scrivere musica. Sono precipitata in un buco nero in cui ero avvolta dalla disperazione per tutto quello che leggevo e sentivo.
E come ne sei uscita?
A un certo punto mi sono fatta forza e mi sono arrampicata da quel pozzo di disperazione e ho iniziato a scrivere canzoni. Ma non è stato facile. C’è un brano nell’album intitolato “The Other Side” che mi ha davvero aiutata a uscire da quel buco nero. L’ho messo alla fine del disco quasi come monito per la gente, per ricordare che anche nei momenti più bui c’è speranza e via di uscita.
L’album è intitolato “S.I.D.E.S.”. Quanti lati ci sono dentro di te? E sono tutti visibili?
Ce ne sono almeno quindici, come le canzoni del disco. Credo siano tutti visibili, ogni canzone mostra un lato di me e della mia personalità. Sono rappresentative anche del mio modo di comporre e credo ci sia molta varietà in questo album.
Ma hai messo davvero tutto di te in questi pezzi o c’è qualcosa che ancora non hai raccontato?
Posso dire che c’è molto di me, ci sono molte delle emozioni che ho vissuto in questi due anni. Poi c’è sempre qualcosa di nuovo da poter raccontare.
Il tuo disco di debutto è stato un successo enorme, inaspettato in quelle dimensioni. E’ stato un peso nel momento in cui hai dovuto scrivere nuove canzoni?
E’ stato assolutamente inatteso ma in realtà ho sentito molta più pressione realizzando proprio il primo disco. Questa volta mi sono sentita molto libera. Il mondo stava andando a gambe all’aria e io mi sono sentita come se non dovessi aspettarmi nulla da questo album, era solo un modo per me per metabolizzare quanto accaduto e liberarmi da quel peso emotivo. Perciò è stato un modo soprattutto per mettere le mie emozioni in quelle canzoni, senza pensare a eventuali risultati.
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Hai citato la grande varietà del disco. Ti sei sentita più forte che in passato per poter sperimentare cose diverse?
Assolutamente si. Anche nel primo disco c’era una certa varietà ma le canzoni avevano tutte una determinata struttura. Questa volta la mia volontà era quella di proseguire un racconto. Mi sono chiesta per chi facessi musica. Per me ogni disco è una sorta di capitolo della mia vita da condividere con la gente.
Quindi chiuso quel capitolo stai già scrivendo nuove canzoni per il prosieguo della tua storia personale?
Io scrivo sempre canzoni. Metto costantemente giù idee pensando a come potrebbe essere la prossima canzone.
“S.I.D.E.S.” ha una copertina molto interessante, con un’immagine del tuo viso che si sta sciogliendo. E’ stata una tua idea? E qual è il significato?
Fondamentalmente quell’immagine rappresenta come mi sono sentita nel corso degli ultimi due anni. Quando non volevo uscire dal letto e non uscire dal mio appartamento. Le mie emozioni si stavano sciogliendo e io volevo solo scomparire. Mi sentivo uno schifo.
Cosa ti aspetti dal nuovo tour?
Sarà divertente perché dovremo trovare un modo per mischiare i brani del primo album con quelli nuovi e introdurre la gente a questo mio lato più oscuro.
Qual è la cosa che ami di più dell’essere in tour?
La cosa più bella ovviamente e quella di suonare ogni sera davanti a un pubblico diverso, entusiasta e che ti trasmette sempre emozioni nuove.
E cosa invece non ti piace?
Il fatto che sia impossibile avere un programma preciso di alimentazione, si è costretti a mangiare in modo disordinato. Inoltre sul tour bus io dormo molto male.
Ma riesci a scrivere musica mentre sei in giro?
No, proprio perché sono sempre stanca perché non dormo abbastanza. Per scrivere avrei bisogno di avere la testa molto più libera. Quindi preferisco separare i momenti per concentrarmi su una cosa alla volta: sono pessima nel multitasking.
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