La cantautrice ha pubblicato il nuovo Ep "Heron", contenente cinque brani dai temi molto personali. Tgcom24 ne ha parlato con lei
di Massimo Longoni© Elias Koehler
Sono passati sette anni da quando Alice Merton, con il singolo "No Roots" fece ballare e cantare mezzo mondo. Ora l'artista anglo-tedesca-canadese, che si è messa in luce tanto per la voce piena e potente che per una scrittura affatto banale, torna con un Ep, "Heron", che fa da preludio al suo primo tour da headliner negli Stati Uniti che già sta macinando date sold out.
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Anticipato dai singoli "Run Away Girl" e "Pick Me Up", "Heron", uscito il 12 aprile, è stato scritto e prodotto insieme a Jonny Coffer (Beyoncé, Miley Cyrus, Ellie Goulding). Oltre a "Pick Me Up" e "Run Away Girl" l'Ep contiene altre tre tracce inedite. Si tratta della prima uscita discografica di Alice Merton dal secondo album "Sides". E nel frattempo di acqua sotto i ponti ne è passata tanta. "In questo periodo sono successe molte cose - racconta lei -. Fondamentalmente penso di essermi dedicata a scoprire me stessa e a scoprirmi attraverso i miei amici, che finalmente ho potuto vedere essendo spesso a Londra. L'Ep è il frutto di molte conversazioni che ho avuto con loro. Al centro della mia ricerca c'era soprattutto come si distinguono il mio essere artista e il mio essere persona e capire come combinare tutto questo".
Hai trovato le risposte alle tue domande?
Credo di sì. A volte non è facile tenere separato il lato artistico e quello personale. Ma poi, quando sei sul palco e ti esibisci, devi dimenticare chi è la persona privata e indossare il cappello dell'artista. E io, per molto tempo, non ho saputo cosa la gente volesse da me o cosa volessi per me stessa come artista. Continuavo a confondermi con i social media di oggi e con il modo in cui la gente vuole ritrarre se stessa. Io invece ho sempre avuto un'immagine molto chiara di come voglio rappresentarmi. Ma credo che quando i tempi cambiano, ti chiedi sempre di più: chi sono? Che tipo di musica dovrei fare? Che tipo di musica la gente si aspetta da me? Quindi tutte queste domande sono confluite in questo Ep in cui mi sono chiesta: quanto mi conosco e quanto conosco i miei sentimenti?
Con la canzone "No Roots" e il tuo primo album sei stata investita da un grande successo, anche inaspettato. Da quel momento ti sei sentita influenza dall'aspettativa dei fan?
Assolutamente sì, ma è anche cercare di capire cosa si aspettano i fan e cosa ti aspetti tu, perché spesso queste due cose sono molto diverse, e a volte è davvero difficile vedersi con gli occhi di un fan e capire cosa stanno sentendo loro piuttosto che cosa stai sentendo tu. Quando faccio musica, mi concentro sulle storie, sulle emozioni e cerco di trasmetterle alla gente. Non mi concentro mai su ciò che la gente si aspetta da me per il prossimo disco. Perciò credo che per un lungo periodo mi sia sentita confusa nel cercare di gestire le aspettative o di capire come gestire la mia carriera: volevo rimanere fedele a me stessa e crescere come musicista e artista ma allo stesso tempo desideravo che la gente venisse agli spettacoli e si godesse la musica.
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Come mai dopo aver pubblicato due album questa volta hai deciso di uscire con un Ep con solo poche canzoni?
Preferivo misurarmi con una distanza più breve rispetto a quella di un album. Anche perché spesso ormai io stessa ascolto quattro o cinque canzoni e poi passo ad altro, magari dello stesso artista. Mi sembrava che la soglia di attenzione della gente non fosse abbastanza alta per un album, o almeno la mia soglia di attenzione si stava riducendo per gli album completi. Così mi sono detta: cinque canzoni mi sembrano sufficienti. Magari tra un minuto pubblicherò forse un altro Ep con cinque canzoni. Mi piace l'idea di "mangiare meno ma più spesso".
E' interessante che tu dica questa cosa da artista. Nell'era dello streaming l'attenzione del pubblico si è fatta sempre più breve, ma tu sembra confermare questo modo di fruire la musica anche dal punto di vista di una che la musica la fa. Credi sia una fase o hai adattato il tuo modo di ascoltare ai tempi che cambiano?
La musica è come le onde, è si succedono diverse fasi. Io stessa a volte mi piace mettere su un disco e ascoltarlo dall'inizio alla fine, ma ormai sono quattro o cinque anni che mi sono abituata a un ascolto più frammentario. Soprattutto con l'influenza delle playlist, viene pubblicata così tanta roba che è davvero difficile filtrare ciò che è buono, ciò che si vuole ascoltare. E quando trovi qualcosa, spesso vuoi ascoltare solo quattro o cinque canzoni.
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Oltre a "Pick Me Up" e "Run Away Girl" nell'Ep ci sono altre tre canzoni: di cosa parlano?
In "How Well Do You Know Your Feelings?" parlo della conoscenza dei propri sentimenti. Nasce da una conversazione che ho avuto con un amico che credo fosse molto confuso all'epoca perché la sua definizione di felicità dipendeva sempre dalla definizione di felicità degli altri. Quindi pensavano che se queste persone sono felici, se questo è ciò che le rende felici, questo renderà felice anche me, il che, a mio parere, è un modo molto sbagliato di affrontare la questione. Si trattava quindi di confrontarsi con se stessi e chiedersi: quanto mi conosco? E c'è la possibilità di fermare tutte le influenze esterne e l'opinione degli altri e di concentrarmi su di me e sul mio centro e su ciò che voglio dalla vita che ho. EPoi "Between the Lines" parla delle cose speciali che si trovano tra le parole che diciamo e che a volte non riusciamo a dire ad alta voce e vorremmo farlo, ma il fatto di non poterle dire le rende ancora più speciali e significative. E poi c'è "Don't Leave Me Alone With My Thoughts", che parla anche di amicizia. Si tratta di avere qualcuno su cui sai di poter contare. E anche quando vuoi che sia tutto tranquillo e non vuoi sentire l'opinione di nessun altro, vuoi comunque la sua presenza accanto a te, perché la sua sola presenza può aiutarti a superare un momento difficile.
Hai in progetto nuovi appuntamenti dal vivo?
Sì, stiamo preparando i nuovi spettacoli. A maggio saremo in tour negli Stati Uniti. E poi quest'estate parteciperemo a diversi festival. Spero davvero di poter tornare poi a esibirmi in Europa alla fine di quest'anno o al più tardi all'inizio del prossimo.
Cosa significa per te suonare in festival dove ti trovi a esibirti di fronte a un pubblico che non è il tuo e magari non ti conosce?
E' un'arma a doppio taglio. E' una bella scarica di adrenalina perché cerchi di conquistarli ma allo stesso tempo, tu fai il tuo show e a loro piace o non piace. Ma penso che a volte perdi energia perché stai cercando di coinvolgerli e a volte ne guadagni perché sono già eccitati e non ti hanno mai sentito nominare e sono così felici di ascoltare questa nuova musica.