AL FRANCO PARENTI DALL'1 AL 6 MARZO

Ambra Angiolini e i tormenti di una madre alle prese col bullismo e col rapporto genitori-figli

Con lei sul palco del Franco Parenti di Milano, dall'1 al 6 marzo, Arianna Scommegna nello spettacolo "Il nodo" di Johnna Adams con la regia di Serena Sinigaglia

27 Feb 2022 - 10:51
 © Ufficio stampa

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Figli che sono vittime e carnefici al tempo stesso, madri e insegnanti smarrite e soffocate dal senso di colpa, che cercano di trovare il bandolo di una matassa difficile da districare, il nodo da sciogliere. Di questo racconta "Il nodo" di Johnna Adams in scena dall'1 al 6 marzo al Teatro Franco Parenti con la regia di Serena Sinigaglia. 

Sul palcoscenico Ambra Angiolini nei panni della madre e Arianna Scommegna in quelli dell'insegnante di Gidion, un ragazzino di prima media, che è stato sospeso ed è tornato a casa pieno di lividi. Vittima del bullismo o lui stesso un molestatore? Alle prese con una questione delicata e molto attuale sul mondo dell’adolescenza, le due donne cercheranno, nell'ora e mezza del colloquio genitori-insegnanti, di sviscerare il tema del bullismo in un confronto durissimo, che potrà forse dare un senso al loro dolore, allo smarrimento e al reciproco, soffocante, senso di colpa. 

Il testo della drammaturga statunitense Johanna Adams non offre però solo una riflessione sul grave tema del bullismo e sui suoi effetti, ma ne cerca le radici, le cause. Il nodo appunto. 

Il titolo originale, "Gidion’s Knot" rimanda al nome del giovane Gidion, ma è anche un gioco di parole: in inglese suona come gordian’s knot, il “nodo gordiano”. “È un nodo che non puoi districare se non tagliandolo di netto", spiega la regista: "Perché esistono conflitti che non possono più essere sciolti, ma solo recisi. E dunque: non bisognerebbe mai trovarsi in circostanze tanto estreme da risultare irrecuperabili”.

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 Al centro dello spettacolo (e del testo, ndr) un incandescente dialogo su valori e responsabilità, fra il mondo della scuola – in continua trasformazione – e quello della famiglia. “Viviamo in una società", dice la Sinigaglia: "dove i genitori troppo spesso difendono ad oltranza i loro figli, difendendo in realtà nient’altro che se stessi. Una società dove gli insegnanti sono sottopagati e poco, pochissimo considerati. Una società dove un qualsiasi ragazzo ha il diritto di sentenziare sulla validità dell’insegnamento. Una società dove a volte fare l’insegnante è un ripiego, non il più nobile degli incarichi”.

Quali sono le responsabilità educative dei genitori e quali quelle delle istituzioni nei confronti dei figli? Di chi è la colpa se i nostri figli si trasformano in vittime o carnefici? Com’è possibile che si possa scatenare una violenza tale da indurre un ragazzo o una ragazza ad uccidersi? Dove sbagliamo? Chi sbaglia? Di chi è la responsabilità?

A tutte queste domande cerca di dare un risposta lo spettacolo, che è tutt'altro che retorico o scontato e che non cerca facili risposte, ma piuttosto scava nella coscienza di tutti con un piglio molto asciutto e diretto. 

"Il confronto/conflitto, che si viene a creare tra la madre e l'insegnante racchiude in sé tutti noi come singoli individui e tutti noi come società. E ci pone di fronte alle nostre responsabilità: per ogni ragazzo ferito, umiliato, ma anche per chi umilia e ferisce, siamo noi ad essere sconfitti, come individui e come società, nostra è la responsabilità, nostra è la pena e il dolore", aggiunge la regista. 

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"La madre e l’insegnante di Gidion combattono per salvare se stesse dal baratro della colpa. Nel frastuono e nel clamore della loro battaglia non si accorgono però che solo una voce resta muta e lontana: quella del figlio". 

Ecco allora che il testo si pone un più alto obiettivo: dare una risposta su come sia più giusto educare la generazione di domani, una tra le più sacre e alte responsabilità umane. "Trascurarla è un atto gravissimo che porta ineluttabilmente ad altrettante gravissime conseguenze", conclude la Senigaglia: "Spesso si dice che non esistono più maestri. Il punto è, a mio avviso, che non esistono più allievi. Su Facebook, su Twitter, su Instagram, tutti possono dire la loro su qualsiasi argomento, senza averne le competenze e addirittura la benché minima esperienza. Un caos brutale nel quale facilmente restano impigliati i più fragili".

ORARI
Martedì 1 Marzo h 20:00;  mercoledì 2 Marzo h 19:45; giovedì 3 Marzo h 21:00;  venerdì 4 Marzo h 19:45; sabato 5 Marzo h 16:15; sabato 5 Marzo h 19:45; domenica 6 Marzo h 16:15

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