Esce l'8 febbraio "La fortuna sia con me", il nuovo album della cantante che presenta una svolta stilistica verso l'elettropop
di Massimo Longoni© cosimo-buccolieri
A volte la vita ricomincia a 32 anni. Almeno quella artistica. Ne sa qualcosa Anna Tatangelo che l'8 febbraio pubblica "La fortuna sia con me", settimo album della sua carriera ma soprattutto punto di svolta stilistico, al cui interno c'è "Le nostre anime di notte", brano che Anna porterà al Festival di Sanremo. "Quattro anni fa ho voluto resettare tutto - dice -. Ora non ho più paura di fare quello che mi piace, mi sono presa le mie responsabilità".
Un disco importante, che arriva a 4 anni di distanza dal precedente "Libera". Quattro anni nei quali la Tatangelo ha chiuso un'esperienza professionale tagliando i ponti con chi l'aveva guidata fino ad allora per poter guardare al futuro attraverso coordinate nuove. "Ho voluto resettare tutto, ho lasciato l'arrangiatore che mi aveva fatto crescere ma dovevo andare avanti - spiega -. Per questo motivo è servito tanto tempo per realizzare questo lavoro. Ringrazio tutto quello che ho fatto, nel bene o nel male. Ovvio che quando sei piccola ti lasci guidare, a 32 anni inizi a prenderti responsabilità, a proporre cose, a metterci del tuo. Ma non rimpiango niente".
Questo periodo ha coinciso con nuove esperienze professionali, ma anche di vita vissuta portando la crescita umana in parallelo con quella artistica. Anna ha cercato nuove strade, allargandosi a inedite collaborazioni, tra sperimentazioni e confronti, con nuovi incontri che si svelano con linguaggi diversi nelle 11 tracce che lo compongono. Il parco autori è ampio e variegato, va da Lorenzo Vizzini (autore del brano sanremese, il più "classico" del lotto) a Giuseppe Anastasi passando per Federica Camba e Giovanni Caccamo. Ma è sulle sonorità che si trovano le cesure maggiori con il passato. "Io amo ascoltare moltissima musica internazionale - spiega lei -. Quando dico che c'è tanto di me perché ogni cosa, dal suono della chitarra al groove è stato studiato in maniera meticolosa. Ho voluto suoni che si avvicinassero a tutto ciò che è super moderno".
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Il gruppo di autori che hanno affiancato Anna in questo percorso è in realtà anche un gruppo di amici. E per questo le canzoni raccontano la cantante come se lei ci avesse messo lo zampino anche in veste di autrice. “Ho scelto gli autori con persone che sono molto vicine a me umanamente - spiega lei -. Sono tutti amici, persone con cui esco a cena. Ed è come se mi avessero letto dentro. È un diario condiviso”. In realtà Anna fa capire di averci messo del suo anche a livello autoriale pur preferendo restando un passo a lato. “Ci sono tante cose mie ma non mi interessava dire ‘quella frase è mia, quell’altra l’ho suggerita io - sottolinea -. A me basta il risultato finale e cantare al meglio”.
In più di un brano, a partire da quello che sarà presentato al Festival, si possono ricercare elementi riconducibili alla vita privata di Anna e alle vicende vissute. Ma lei non se ne preoccupa. “Sono canzoni che, vuoi o non vuoi, raccontano anche della mia vita - spiega -. Non deve essere un handicap, ma un punto di forza. La cosa bella è quando riesci a raccontare una cosa che accomuna tutti”.
Quello che veramente preoccupa la Tatangelo è di essere giudicata per quello che è oggi e non per il suo passato. “Ascoltate questo disco come fosse di una nuova Anna, che comincia adesso - ribadisce -. Il passato non lo rinnego, ma oggi faccio delle cose che avevo sempre evitato per paura dei giudizi e dei pregiudizi. Oggi me ne frego e faccio quello che mi piace”.
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