Annalisa, un anno da incorniciare: "Bello recitare ma la musica è la mia vita"
© ufficio-stampa |
© ufficio-stampa |
La cantante si gode il successo del suo album "Splende" e tra poco la vedremo al cinema nel film di Maurizio Casagrande
© ufficio-stampa
Per Annalisa il 2015 sarà un anno di quelli da ricordare. L'album "Splende" è stato uno dei più venduti dell'anno, con fortunati i singoli "Una finestra tra le stelle" (portato a Sanremo e poi platino nelle vendite), "Vincerò" (oro) e "Splende". E a fine novembre la vedremo come attrice in "Babbo natale non viene da nord". "E' stata una bella esperienza - dice a Tgcom24 -, magari da replicare. Ma per me la musica resterà sempre al primo posto".
© ufficio-stampa |
© ufficio-stampa |
Sin dalla sua apparizione ad "Amici" (2011), Annalisa è emersa come una delle cantanti più interessanti tra quelle che si sono messe in luce nell'alveo dei talent. Timbro cristallino, voce raffinata ma in grado di spingere quando è il momento, la cantante savonese ha però faticato un po' a mettere a fuoco quale dovesse essere il percorso da seguire. Ora la strada sembra decisamente più chiara e il successo di "Splende" lo certifica. Così come forse d'ora in poi sarà il caso di non chiamarla solo più cantante, dal momento che il mettersi in gioco come autrice ha portato i frutti sperati. "Questo è il modo in cui io voglio fare musica. Questo è sempre stato il modo in cui avrei voluto farla - spiega lei -. Poi ci sono state varie vicissitudini per cui il tiro l'ho aggiustato in corso d'opera. Ma il mio istinto, la mia esigenza, è sempre stata quella di scrivere. Sin da quando magari quello che scrivevo non aveva né capo né coda e non sembrava nemmeno una canzone".
Ti senti cresciuta ora da questo punto di vista?
Ho cercato di fare questo lavoro con tutte le mie forze e ho seguito strade che mi hanno portato a migliorarmi. Ma la stessa cosa è accaduta per quanto riguarda l'interpretazione, e non era una cosa scontata. E ora non vedo altro di andare avanti se non approfondendo questo mio aspetto autorale.
Oltre che di una crescita artistica questo è il risultato di una crescita personale?
Assolutamente sì. Tutto rispecchia quello che si è. Si cambia in un modo velocissimo e io sempre tentato di fare in modo che quello che facevo rispecchiasse questo cambiamento.
Come ricorderai questo 2015?
Come un anno assolutamente positivo nel quale sono successe tante cose belle. E "Splende" mi ha dato e continua a darmi tantissime soddisfazioni. Non posso che essere felice di un lavoro che è stato fatto con tutti i crismi, in maniera approfondita. Hha coinvolto un sacco di gente, è durato tantissimo ma ne è valsa la pena. Sono convinta che questo sia il modo giusto di fare dischi e musica.
Qual è la sua qualità migliore?
E' un disco onesto, e la gente lo avverte. E' il racconto di qualcosa che volevo comunicare esattamente come si dovrebbe fare: ovvero solo se hai un'esigenza comunicativa e artistica. Penso che questo tipo di trasparenza alla lunga regali tantissimo.
L'ultimo singolo estratto da "Splende" è il brano che il titolo all'album. Cosa rappresenta per te questa canzone?
Dal mio punto di vista è una canzone fondamentale, quella da cui tutto ha preso forma. Avevamo già idee, bozze ma, nel momento in cui "Splende" si è delineata, non ci sono stati più dubbi che questo fosse lo scheletro di quello che poi è diventato il disco. Ha aperto la strada. Si parla di una rinascita che inizia nello scrivere questo pezzo e poi va a dare il titolo a tutto il disco, che parla di un percorso di cambiamento.
A proposito di cambiamenti, tra poco ti vedremo come attrice nel film "Babbo Natale non viene da nord". Come è andata?
E' stata una cosa molto divertente. Mi sono trovata bene anche se ovviamente ho dovuto imparare. Ho interpretato una cantante che non ce la fa ma non si arrende. E' venuta fuori una commedia molto ironica e carina, che si rivolge a un pubblico giovane.
E' stato difficile ambientarti nel mondo del cinema?
Il primo giorno non capivo esattamente cosa stesse accadendo. Poi piano piano sono entrata nei vari meccanismi. Non avendo idea di come fosse la vita sul set ho dovuto imparare, tutto, dalle piccole alle grandi cose. Devo ringraziare il regista, Maurizio Casagrande, e gli altri della produzione, perché mi hanno seguita moltissimo.
Qual è stata la difficoltà maggiore?
La giornata sul set è fatta di molti tempi morti e attese e quindi devi imparare a dare il massimo quando vieni chiamato in causa. Per questo non è stato semplice.
Parentesi divertente o esperienza da rifare?
La musica è insostituibile. Questa è stata una bellissima esperienza che potrebbe anche non rimanere isolata. Ma di sicuro non potrebbe mai sostituire quella che per me è la musica.
Se guardi ai momenti difficili del passato, hai qualche rimpianto o pensi che siano serviti comunque ad arrivare ai risultati di oggi?
Devo pensare nel secondo modo. Sono fatta così. Trenta giorni al mese sono quella che dice che i momenti di difficoltà servono, e per me è la verità. Tutto è un bagaglio che ti porti dietro e che ti fortifica mano a mano che diventa grande. Poi una volta al mese ho anche io le mie crisi eh, ma passano subito.