I classici della paura vengono spesso rifatti e i poster di un tempo reinterpretati secondo il gusto di oggi. E non sempre la copia è meglio dell'originale
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Il fenomeno del remake è ormai un classico del cinema dei nostri giorni. E se un genere che viene saccheggiato particolarmente è l'horror. Capisaldi della paura degli anni 60, 70 e 80 trovano continui rifacimenti più o meno riusciti. Ma il paragone si può fare non solo tra pellicole ma anche tra le rispettive locandine, poster entrati nella storia del cinema che oggi trovano una nuova veste e una nuova chiave di lettura.
In alcuni casi anche la locandina è molto rispettosa dell'originale, con un semplice aggiornamenti dei canoni e delle tecniche grafiche (per esempio quelle de "Il villaggio dei dannati" e di "Piranha"). Altre volte tiene conto di quanto il film originale ha rappresentato sull'immaginario collettivo. Se il poster del primo "Nightmare" era tutto incentrato sull'attrice protagonista sulla cui testa incombeva minacciosa una mano rasoiata, Freddy Kruger è diventato negli anni un personaggio talmente famoso che era inevitabile che la locandina del remake fosse tutta incentrata su di lui.
Stessa cosa vale per "Halloween", non più semplicemente un horror sulla notte delle streghe come concepito da Carpenter ma una vera saga di cui è protagonista Michael Meyers e la sua maschera. Qualche volta accade che gli originali siano insuperabili in quanto a efficacia, come "La casa", con la ragazza strangolata da una mano che sbuca dal terreno, molto più terrificante della ragazza sanguinante e barcollante, ritratta di spalle, nel poster del recente remake.