Colpito da depressione bipolare ha provato il gesto estremo l'anno scorso
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L'attore Stephen Fry, uno degli attori più importanti del Regno unito, ha rivelato di aver tentato il suicidio l'anno scorso. A salvarlo, un collaboratore che lo ha trovato privo di sensi nella sua camera d'albergo. Fry ha rischiato di morire per overdose mentre si trovava all'estero per girare un documentario. Stephenha detto di sè: "Sono vittima dei miei stessi umori".
Disagio nato nell'adolescenza - Il 55enne aveva già ammesso di soffrire di disturbo bipolare. Il primo tentativo di togliersi la vita risale a quando aveva 17 anni. Ma per la prima volta, in un teatro londinese, ha voluto parlare così chiaramente della battaglia con quegli stati d'animo che fanno vedere tutto neroe. Un gesto che dice di aver fatto per "responsabilità". Per il brillante attore e scrittore prolifico, dal "male di vivere" individuale è nato un impegno sociale. Stephen Fry, infatti, presiede una fondazione per la cura delle malattie mentali, "Mind". Il personaggio, noto nel Regno Unito dove ha condotto anche diversi programmi televisivi, ma apprezzato in tutto il mondo anche per ruoli cinematografici in "Wilde" (di Brian Gilbert, 1997) o "Gli amici di Peter" (di Kenneth Branagh, 1992), non ha avuto vergogna di dire: "Sono vittima dei miei stessi umori, più di altri forse, sicuramente in una misura che richiede che io debba prendere delle medicine, per non toccare punte di esaltazione da una parte o sprofondare nella depressione arrivando sull'orlo del suicidio dall'altra". Fry ha continuato: "Non c'è motivo" dietro l'impulso di togliersi la vita. "Non c'è un perché, se ci fosse una ragione ci si potrebbe ragionare fino a dissuadere".