CASO JACKO

Il medico personale Conrad Murray: "Michael Jackson si uccise da solo"

Al "Daily Mail" ha dichiarato che fu la star ad iniettarsi il Propofol

26 Nov 2013 - 12:19
 © Da video

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Emergono nuovi elementi sulla morte di Michael Jackson, scomparso nel giugno 2009 per un overdose di farmaci. Dopo il rilascio, il medico personale Conrad Murray ha rivelato infatti al Daily Mail di non essere stato lui a somministrargli la dose letale: "Penso che si sia svegliato, abbia preso il Propofol dalle sue scorte nascoste e se lo sia iniettato da solo. Lo fece troppo velocemente e andò in crisi cardiaca".

"Quando lasciai Michael aveva un battito normale e i segnali vitali erano buoni. Uscii dalla camera perché non volevo disturbarlo - ha continuato - Quando ritornai capii immediatamente che non respirava, ma non mi feci prendere dal panico. Tastai l'inguine e la carotide ma non c'era battito. Inizia quindi il massaggio cardiaco, ho resuscitato migliaia di persone. Era mio amico, certo, ma mi sono comportato da medico".

"Eravamo una famiglia, ci amavamo come fratelli. Gli ho voluto bene, gliene voglio ancora e gliene vorrò sempre - ha ribadito Murray, aggiungendo - Michael non si fidava di nessuno. La camera puzzava perchè non permetteva neanche alle cameriere di pulire, c'erano vestiti sparsi ovunque. Una volta lui mi guardò e mi disse Sai, per il resto della tua e della mia vita i nostri nomi saranno inseparabili. Gli chiesi cosa volesse dire e sorridendo rispose Sono un chiaroveggente"

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