Antonio Banderas compie 60 anni, auguri al sex symbol spagnolo
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Palma d'Oro a Cannes nel 2019 e nominato all'Oscar nel 2020 per "Dolor y Gloria" di Pedro Almodovar
"Comunico che oggi 10 agosto mi vedo obbligato a celebrare il mio 60esimo compleanno in quarantena essendo positivo al coronavirus". Con questo annuncio su Twitter, proprio nel giorno del suo compleanno, Antonio Banderas ha rivelato di aver contratto il Covid-19. "Sto bene, mi sento solo un po' più stanco del solito", ha scritto l'attore di "La maschera di Zorro" e "Dolor y Gloria".
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“Approfitterò di questo isolamento per leggere, scrivere, riposarmi e continuare a fare progetti per iniziare a dare un senso ai miei 60 anni appena compiuti”, ha poi aggiunto.
Attore "preferito" di Pedro Almodóvar, grazie al quale con "Dolor y Gloria" conquista nel 2019 la Palma d'Oro a Cannes e una nomination all'Oscar nel 2020, Antonio Banderas compie 60 anni. Sex symbol dal sangue latino conquista Hollywood negli anni Novanta ma diventa una vera e propria star con il film “La maschera di Zorro” di Martin Campbell nel 1998.
Nella sua lunga carriera ha lavorato con grandi artisti da Brad Pitt a Tom Hanks, Angelina Jolie, Antony Hopkins, Penelope Cruz, Jennifer Lopez, e tanti altri.
Nato a Malaga il 10 agosto del 1960 da padre poliziotto e madre insegnante, da lì è partito a 19 anni con in tasca il diploma della scuola d'arte drammatica e la delusione per una mancata carriera da calciatore nel club cittadino a causa di una frattura al piede. Cercava fortuna sui palcoscenici di Madrid e mentre si guadagnava il pane tra arte e mestiere (è stato anche modello e cameriere) la sorte gli fa incontrare un fratello maggiore d'elezione, Pedro Almodovar, già definito il talento nascente del dopo-Franco grazie al suo folgorante esordio con "Pepi, Luci, Bon y las chicas del monton" del 1980.
Tra i due la corrispondenza artistica è immediata e nel 1982 sono insieme sul set di "Labirinto di passioni". A Banderas viene assegnato un piccolo ruolo, quello del terrorista Sdec che ha una fugace storia d'amore con Riza Niro, il monarca in esilio estrosamente ispirato allo Scia' di Persia: un destino singolare per l'attore che diverrà un sex symbol amato dalle donne di mezzo mondo. A tale proposito però l'attore ha sempre scherzato dicendo: "Nei miei oltre 100 film sono stato più spesso omosessuale che latin lover. E certamente non lo sono nella vita di tutti i giorni. Invece mi sono fatto una fama di seduttore che ormai accetto senza imbarazzo, ma la trovo sempre vagamente surreale".
Le sue collaborazioni con Almodovar (sette) scandiscono la sua carriera: da "Matador" e "La legge del desiderio", passando per "Donne sull'orlo di una crisi di nervi" (1988) e "Legami" dell'anno successivo fino a "Dolor y Gloria" con cui vince prima la Palma d'oro a Cannes e poi viene nominato all'Oscar.
Ha attraversato tutti i generi ma è con "La maschera di Zorro" (1998) di Martin Campbell che è diventato una vera star. Nonostante il fallimento del sequel, quel film è ormai il suo marchio di fabbrica e i duetti con Catherine Zeta Jones da un lato e Anthony Hopkins dall'altro sono ormai leggenda.
Bello e mediterraneo, ironico e atletico, romantico e fragile, seduttivo e gentiluomo, Antonio Banderas domina la scena americana all'inizio del XXI secolo. Lo aiuta anche l'incrollabile storia d'amore con Melanie Griffith, la paternità della bella Stella (divide la scena con lei e la moglie nella sua prima regia "Pazzi in Alabama", 1999), l'affetto sempre mostrato per la figliastra Dakota Johnson. Una leggenda nella leggenda che si romperà nel 2015 quando Banderas cambierà partner per la terza volta (in Spagna aveva sposato giovanissimo l'attrice Ana Leza) unendosi all'olandese Nicole Kimpel che oggi gestisce la sua vita e gli è stata vicina nel 2017 dopo un pericoloso infarto.
Estroso, vitale, leale, curioso, Antonio Banderas è un attore che ha sempre amato sfuggire alla costrizione del modello che lo caratterizza. Anche per questo ha accettato di buon grado di diventare caricatura di se stesso prima come "Gatto con gli Stivali" in "Shrek" (in cui ha doppiato il suo sosia animato sia in inglese e spagnolo che poi in italiano) e poi con la chiacchierata serie dei commercial del "Mulino Bianco". C'è uno spiritello inquieto che lo accompagna sempre sul set e che gli ha fatto dare il meglio di se' in pellicole non sempre perfette (come il bellissimo noir apocalittico "Automata" di Gabe Ibanez del 2014, ma anche il coraggioso "Panama Papers" di Soderbergh nel 2019).
Col teatro nel cuore qualche anno fa ha fondato la sua Accademia, il Teatro del Soho Caixa Bank di Malaga dove studiano 600 ragazzi di tutta la Spagna e un anno fa vi ha allestito la sua versione di "A Chorus Line".
Adesso ha in rampa di lancio un altro film "The new Mutants" in uscita dalla scuderia Marvel, che sembra ricalcare le sue scelte di sempre: cinema di spettacolo puro, senza grande inventiva. Attesa anche l'uscita di "Competencia official" della promettente coppia Mariano Cohn-Gaston Duprat in cui duetterà con un'amica di lunga data come Penelope Cruz.
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