Una lunga carriera di successi, sia come regista che come produttore
Buon compleanno a Steven Spielberg, che spegne 70 candeline e festeggia una carriera costellata di successi. Spielberg è uno dei registi più prolifici e influenti di Hollywood con 56 titoli diretti e ben 161 crediti come produttore; ma allo stesso tempo può vantare una serie di film che hanno fatto la storia del cinema: da "Lo Squalo" a "E.T.", passando per "Jurassic Park", "Indiana Jones" e "Schindler's List".
Nato a Cincinnati il 18 dicembre del 1946, iniziò prestissimo la sua avventura dietro la macchina da presa. A soli 13 anni Spielberg firmò infatti il suo primo cortometraggio come regista dal titolo "The Last Gun", mentre "Duel" - il primo lungometraggio - arrivò nel 1971. Il successo planetario lo raggiunse quattro anni più tardi con l'uscita al cinema de "Lo squalo", thriller che segnò l'inizio del moderno blockbuster.
"Lo squalo" è ancora oggi il film di Spielberg che ha incassato di più, anche se il regista ha raccontato che la produzione fu un vero disastro: "Eravamo una banda di giovani inesperti, finimmo con un centinaio di giorni di ritardo. Andammo fuori budget, rischiai il licenziamento una ventina di volte. Usammo uno squalo meccanico che il sale dell'oceano Atlantico ben presto corrose. Il nostro squalo si bloccava continuamente e andava sempre a fondo".
Nonostante le difficoltà il film ebbe un successo enorme e gli aprì le porte di Hollywood. Da lì in poi, infatti, si impose nell'olimpo dei grandi con titolo che hanno segnato un'epoca. Nel 1977 diresse "Incontri ravvicinati del terzo tipo", mentre nel 1981 sbarcò sul grande schermo "I predatori dell'arca perduta" (1981), primo film della saga di Indiana Jones che segnò l'inizio della collaborazione con Harrison Ford. L'anno successivo fu la volta di "E.T. - L'extra-terrestre", mentre il 1985 è l'anno della svolta su temi impegnati con "Il colore viola", che affronta il problema del razzismo in America.
Dopo aver conquistato il pubblico, nel 1993 con "Schindler's List" ottenne anche il riconoscimento della critica e degli addetti ai lavori. Spielberg, di famiglia ebrea, raccontò il dramma dell'Olocausto attraverso la storia di Oskar Schindler (Liam Neeson), che nella II Guerra Mondiale salvò centinaia di ebrei dalla deportazione. Il regista, che per quel film non volle essere pagato, si aggiudicò tre Oscar: miglior film, regia, sceneggiatura. Ancora oggi il regista lo ricorda come il film della svolta, sia professionale che personale: "Iniziai a girare, in Polonia, e mi resi conto che quel film avrebbe cambiato tutto, avrebbe cambiato la mia vita".
Gli Anni Novanta e Duemila portarono Spielberg a dirigere ancora dei kolossal: "Jurassic Park", "Salvate il soldato Ryan" con Tom Hanks, "A.I. Intelligenza artificiale", "Minority Report" con Tom Cruise, "Prova a prendermi" con Leonardo DiCaprio e Tom Hanks. Quella con Hanks è un'amicizia che ha prodotto nel periodo recente moltissime collaborazione, ultima in ordine di tempo "Il ponte delle Spie" candidato a cinque Oscar nel 2016.
E arrivato a 70 anni Spielberg non ha nessuna intenzione di fermarsi. Il 30 dicembre esce infatti in Italia "GGG - Il grande gigante gentile", fantasy tratto del romanzo del 1982 di Roald Dahl, e il regista ha messo in cantiere il quinto capitolo di Indiana Jones che dovrebbe vedere ancora una volta Harrison Ford nei panni dell'ormai attempato avventuriero archeologo.
Non solo regia per Spielberg, che negli anni si è imposto anche come produttore di successi. C'è infatti la sua mano dietro titoli cult come "Poltergeist" (che ha anche cosceneggiato), "Gremlins", "I Goonies", la trilogia di "Ritorno al futuro", "Chi ha incastrato Roger Rabbit" e la saga di "Transformers".
Molto più tranquilla la sia vita personale, lontano dal gossip e dagli obiettivi dei paparazzi, Spielberg si è sposato due volte. Da Amy Irving, la prima moglie, ha avuto il primogenito mentre con Kate Capshaw, sua attuale compagna da 25 anni, ha avuto altri 5 figli, che ora festeggiano con lui questo compleanno importante.