Aurelia Sordi, morta la sorella di Alberto Vittima di un raggiro per l'eredità dell'attore
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La donna è morta a 97 anni nella villa nei pressi delle Terme di Caracalla dove aveva vissuto con il fratello
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E' morta a Roma Aurelia Sordi, la sorella dell'attore e regista Alberto. A confermare la notizia è stato il custode della villa che si trova nel cuore della Capitale, a pochi passi dalle Terme di Caracalla, dove i due fratelli hanno vissuto. Nella villa sono arrivati gli avvocati di Aurelia Sordi e un sacerdote.
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Proprio la villa è stata al centro di una notizia di cronaca che ha visto Aurelia Sordi protagonista, suo malgrado. Infatti la donna sarebbe stata vittima di un raggiro ordito ai suoi danni dall'ex autista storico di Alberto Sordi, Arturo Artadi. Approfittando della demenza senile della donna, una banda di persone (gli indagati rinviati a giudizio in tutto erano stati dieci) aveva ricevuto ingenti, e sospette, donazioni.
A settembre la quinta sezione della Cassazione, rendendo immediatamente esecutive le misure disposte dal tribunale del Riesame a marzo, aveva stabilito l'allontanamento di Vincente Arturo Artadi Gardella dalla villa di Sordi dove risiedeva. In realtà pare che le cose non siano andate proprio così. "E' un momento particolare e non ci va di commentare - dice all'uscita dalla villa una coppia anziana, parenti della donna - Ci hanno definito avvoltoi sui giornali ma la cosa vergognosa è che in casa c'è ancora l'autista Arturo, autore del raggiro, che doveva andar via. Due anni fa hanno cominciato a non farci entrare più nella villa - aggiungono - e quando hanno fatto quel raggiro megagalattico, nostra zia già stava male".
Anche nel giorno della morte di Aurelia Sordi le polemiche non sono sopite. Anzi. Paola Comin, ufficio stampa di Sordi dal 1992 al 2003, sostiene che "l'hanno fatta morire togliendole Arturo. Venerdì scorso l'avvocato della signorina Aurelia aveva fatto un'istanza al giudice che aveva disposto l'allontanamento di Arturo perché venisse riammesso: senza di lui si sarebbe lasciata morire. E infatti dal 1 ottobre, giorno in cui è stato disposto l'inizio dell'allontanamento, Aurelia non mangiava più".
E lo stesso Artadi ha voluto dare la sua versione. "Lo stesso difensore della Signorina Aurelia - afferma - depositò una memoria dove, in pratica, spiegava che non era possibile che io commettessi altri reati e, soprattutto, segnalava che il mio concreto allontanamento avrebbe potuto determinare un tracollo nella salute della Signorina che, pur godendo di ottima salute, non poteva essere privata dei suoi affetti e delle sue abitudini". "Sono distrutto ed amareggiato - ha proseguito - l'ex factotum - Aurelia ed Alberto sono stati per me come dei nonni, quasi dei genitori. Mi hanno fatto venire dal Perù che avevo appena diciotto anni e mi hanno insegnato tutto. A loro, e soprattutto alla signorina Aurelia, devo veramente tutto quello che so e che sono. Tra di noi c'era un bellissimo rapporto che nulla e nessuno riuscirà a distruggere". Quanto alla vicenda giudiziaria Artadi si definisce "ingiustamente sospettato" del raggiro ai danni di Aurelia e sottolinea che negli ultimi due anni la sua vita "è stata un inferno e purtroppo non mi aiuta molto sapere che la mia coscienza è a posto. Così non posso certo dire per quella di chi, accanendosi ingiustamente contro di me, è stato la causa del crollo psicologico e fisico della Signorina".