La rapper si è vista chiudere l'account dopo i post razzisti e omofobi contro l'ex membro dei One Direction. Ma attraverso Instagram dice la sua...
Azealia Banks nella bufera ma la rapper va dritta per la propria strada. Dopo i tweet con insulti razzisti e omofobi all'indirizzo di Zayn Malik, Twitter ha sospeso l'account della cantante. Ma lei ha proseguito la propria battaglia su Instagram, postando molti messaggi di solidarietà dei suoi fan e con post in cui sostiene di essere stata censurata non per gli insulti a Malik ma per giudizi forti contro i "bianchi".
Tutto è iniziato dopo che la Banks ha accusato l'ex cantante degli One Direction di aver copiato il suo stile nel video di "Like I Would". Dopodiché lo ha definito "una cagna che puzza di curry" (con riferimento alle origini pakistane del cantante) e un "finocchio".
La polemica è subito montata e la rapper ha anche abbozzato una sorta di scuse. "Devo ricordargli (riferito a Malik) che siamo sulla stessa barca in questa industria, quella della gente di colore. Gli devo ricordare che non importa come pensi a se stesso, il mondo lo vede come appartenenti agli 'altri', esattamente come fa con me". Dopodiché l'annuncio di star preparando un post intitolato "'l'essere bianchi' è una malattia mentale".
E proprio a questo la Banks attribuisce la colpa della chiusura dell'account Twitter e non agli altri post. Ha inondato il proprio Instagram con messaggi di solidarietà dei fan e poi ha scritto un post diretto: "Realizzo che ho insultato indiani, pakistani, gente nera... e il mio Twitter non è stato sospeso fino a quando non ho scritto che 'essere bianchi è una malattia mentale'. Ragazzi, dove prestare attenzione a quello che sta accadendo". Insomma, non solo Azealia non si ritiene razzista ma accusa gli altri di essere stata discriminata.