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Esce nelle sale italiane il film diretto da Greta Gerwig con Margot Robbie e Ryan Gosling, uno dei titoli più attesi dell’anno
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L'attesa è finita. Arriva nelle sale il tanto atteso "Barbie" che racconta la storia della bambolina interpretata da Margot Robbie in una geniale operazione tra l'ultra marketing combinato tra Mattel e la Warner Bros che ha prodotto il kolossal e la regista Greta Gerwig, acclamato talento femminista del cinema americano. Se nella famosa canzone degli Aqua Barbie diceva "Life in plastic, it’s fantastic", quella interpretata sul grande schermo da Margot Robbie scende dal piedistallo e sembra essere piena di dubbi, in crisi e insicura tra pensieri di morte, sintomi di ansia, malinconia che diventa depressione, e un invisibile accenno di cellulite. Sembra semplicemente che abbia preso coscienza e stia diventando reale.
E quindi eccola Barbie nel suo mondo di plastica dove il rosa sta bene con tutto, il nero non si porta, tutto splende e ogni giorno è uguale all'altro ma comunque felice e in assenza di stress. Una Barbie Land esteticamente pop con a dimensione reale tutto quello che siamo abituati ad associare alla bambola, dalla mitica Casa dei Sogni al camper, dalla Corvette rosa all'armadio con mille abiti vitaminici; un mondo dove la Barbie stereotipo ossia Margot Robbie, che ha rappresentato il modello di bellezza di giovane magra, alta, fisicamente perfetta, bionda, perennemente sui tacchi è una delle tante Barbie esistenti (quelle che la Mattel negli anni ha sfornato con più o meno successo) dalla afro alla veterinaria, dalla pilota alla persona disabile sulla sedia a rotelle, perchè la narrazione del brand americano è di ispirare le bambine a essere ciò che desiderano, a vivere un mondo dove tutto è alla portata a cominciare dal potere.
E poi c'è Ken, anzi i Ken, i muscolosi bellocci maschili storicamente invisibili, figure che esistono in quanto "Barbie e Ken" e non solo "Ken" e di conseguenza sono accessori per passare il tempo non per costruire famiglie, dipendono insomma dalle Barbie, anche il Ken stererotipo, il platinato Ryan Gosling. Un mondo praticamente all'incontrario e asessuato, dunque potenzialmente felice.
Peccato che poi scatti l'empatia con una persona reale (America Ferrera), la segretaria del ceo Mattel (Will Ferrell), che ci giocava da piccola e ha sognato con lei di affermarsi. Barbie-Robbie e Ken-Gosling cominciano l'avventura nel mondo reale per scoprire che gli uomini hanno il potere, le donne non hanno affatto queste possibilità infinite di empowerment decantate dalla narrazione Mattel. Al ritorno Ken guida la rivolta: da Barbie Land a Kendom, ma è chiaro che non può finire così, quindi tra scene d'azione nel plasticoso mondo capovolto e inseguimenti dei body guard della fabbrica ecco che le donne si prendono la rivincita, Barbie prenderà consapevolezza e affronterà la realtà provando a cambiarla con coraggio.