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La cantante e attrice fa parte della ristretta cerchia degli EGOT, gli artisti che hanno vinto i premi più importanti: Oscar, Grammy, Emmy, Tony, oltre agli undici Golden Globe e ai 150 milioni di dischi venduti
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Barbra Streisand spegne 80 candeline. Nella sua lunga carriera ha conquistato dapprima i palcoscenici di Broadway, poi l'industria discografica fino alla consacrazione a Hollywood. E ora sta lavorando a un altro progetto: la sua autobiografia. L'ultimo, ironico, omaggio gliel'ha tributato Paul Thomas Anderson in "Licorice Pizza", quando Bradley Cooper nel ruolo di Jon Peters, il parrucchiere delle star di Hollywood diventato poi produttore di blockbuster cinematografici, fa una battuta sulla sua compagna di allora, Barbra Streisand: "Pensate che io abbia un brutto carattere? Non avete mai visto lei arrabbiata". Si tratta di una storia degli anni '70 ed è solo un piccolo punto della vita di una leggenda.
Nei sessant'anni di carriera, Barbra Streisand è diventata qualcosa di più di una diva, perché è stata una delle prime donne ad assumere un ruolo di grande influenza nel mondo dello show business e non solo, vista la sua attività di grande sostenitrice del Partito Democratico con importanti raccolte di fondi: nel 1983 con "Yentl" è stata la prima donna a scrivere, dirigere, produrre e interpretare un film per una major di Hollywood, culmine di un percorso che dopo i successi sul grande schermo degli anni '70, l'aveva vista imporre all'industria il proprio controllo sulla sua carriera.
La Streisand fa parte della ristretta cerchia degli EGOT, gli artisti che hanno vinto i premi più importanti, Oscar, Grammy, Emmy, Tony, per non dire degli undici Golden Globe e degli oltre 150 milioni di dischi venduti. Una carriera inimitabile costruita su una voce inconfondibile, modellata sullo stile di Judy Garland, il suo mito con cui ha anche collaborato.
Icona del mondo gay, la Streisand ha impiegato poco a diventare una star, visto che già col suo primo album ha vinto due Grammy e che ai tempi della British Invasion piazzò tre dischi ai primi tre posti della classifica mentre già era candidata al Tony per "Funny Girl", il cui adattamento firmato da William Wyler le fruttò l'Oscar come migliore attrice protagonista nel 1969. Il secondo lo ha vinto nel 1977 per la miglior canzone, con "Evergreen" da "A Star is Born", di cui lei era protagonista accanto a Kris Kristofferson. L'accoppiata film di successo con grande hit è un elemento costante della sua carriera, basta pensare ai trionfi commerciali di "They way we were", title song di "Come eravamo", la commedia che ha fatto piangere generazioni con la complicità di Robert Redford.
La sua è anche una clamorosa storia di affermazione personale di una donna partita dal nulla che nella carriera, come nella vita, ha rivendicato e ottenuto di fare le proprie scelte, in un mondo che vedeva tutt'altro ruolo per l'universo femminile. Avendo alle spalle una storia simile può anche permettersi di guardare con una certa serenità al tempo che passa: anche perché nel 2009 grazie a "Love is the answer", che ha raggiunto la vetta della classifica, è diventata la prima artista donna ad aver pubblicato un album numero uno per cinque decenni consecutivi, dai 60 ai Duemila.
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