Da Stefania Sandrelli a Nanni Moretti sono stati tanti gli amici e i colleghi che hanno reso omaggio al poeta del cinema italiano
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Amici, colleghi e tanta gente comune nella Sala della protomoteca in Campidoglio dove è stata allestita la camera ardente di Bernardo Bertolucci, il grande regista italiano morto a 77 anni dopo una lunga malattia. Tante le immagini che hanno segnato la giornata: dal bacio inviato da Stefania Sandrelli al grande regista, alle lacrime di Alba Rohrwacher arrivata con Saverio Costanzo. Tra i molti che hanno reso omaggio a Bertolucci anche Vittorio Storaro, Laura Morante, Dario Argento e Nanni Moretti.
Davanti alla bara aperta, con le corone della sindaca di Roma Virginia Raggi e del governatore del Lazio Nicola Zingaretti, tanti gli amici, i colleghi, i collaboratori, che insieme alla gente comune hanno salutato l'autore de L'Ultimo imperatore, al quale sarà dedicata anche una cerimonia di commemorazione al teatro Argentina di Roma il 6 dicembre. Fra gli altri, c'erano Giuseppe Tornatore, Mario Martone, Walter Veltroni, Ignazio Oliva, Piergiorgio Bellocchio, Paolo Taviani e Citto Maselli, l'ex compagna di scuola Simona Marchini ("leggevamo insieme i temi"), Francesco Rutelli, Maria Sole Tognazzi, Regina Orioli, Isabella Ferrari ("Bernardo ha proiettato il cinema nel futuro, nel secondo '900 c'e' solo lui"), Jacopo Olmo Antinori, che e' stato il giovanissimo protagonista, insieme a Tea Falco, di Io e te,l'ultimo film (2012).
"Quando si perdono delle personalità e degli artisti come Pier Paolo Pasolini, Ermanno Olmi, Bernardo Bertolucci, diventiamo volenti o nolenti tutti più poveri - ha detto con la voce tremante per l'emozione Stefania Sandrelli, circondata da telecamere e giornalisti -. Bernardo è stato per me un amico paterno. Mi ha teso una mano e abbiamo fatto un percorso in avanti insieme". Compagno di tanti film, il maestro di luci Vittorio Storaro, è stato il primo ad arrivare, ha il volto tirato: "Bernardo è stato all'inizio un compagno di lavoro, popi un fratello, ma quasi subito anche un maestro per me", dice. "Cercava di scrivere con la macchina da presa non un racconto ma una poesia". Per Mario Martone Bertolucci "era una persona specialissima e unica. La sua libertà artistica - dice - era pari alla libertà del suo pensiero".
La padrona di casa Virginia Raggi, per una casualità è arrivata praticamente nello stesso momento di Nicola Zingaretti e insieme, sindaca e governatore sono rimasti alcuni minuti a parlare con la vedova del cineasta, Clare Peploe, circondata da amici e famigliari. "Noi anche su sollecitazione di alcuni presidi che ci hanno telefonato per avere Novecento (che tornerà anche in sala, ndr) - spiega Zingaretti - ci stiamo organizzando per fare in modo, a un mese dalla scomparsa del regista, di proiettare il film in molte scuole di Roma e del Lazio". La sindaca, che non si è fermata con i giornalisti, nel registro delle firme ha definito il cineasta come "il più grande regista che ci ha insegnato a guardare la vita con occhi nuovi".