IN USCITA IL 20 MARZO

"Biancaneve" ad alta tensione, anteprime blindate e contestazioni per il live action: ecco perché

La premiere a Los Angeles è stata "vietata" alla stampa: annullato anche il red carpet, previsto a Hollywood il 15 marzo

13 Mar 2025 - 11:49
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E' una "Biancaneve" sempre più ad alta tensione quella che si prepara a debuttare nelle sale mondiali. La Disney si è trovata costretta a ridurre drasticamente la promozione del live action diretto da Marc Webb, che uscirà il 20 marzo, a una "manciata" di eventi stampa strettamente controllati e pare che la premiere attesa a Los Angeles il prossimo 15 marzo sarà blindatissima. Stando a quanto riportato dal settimanale statunitense Variety, per l'anteprima mondiale del film, Disney farà a meno del tappeto rosso e la copertura dell'evento sarà responsabilità dei soli fotografi e dello staff della casa di produzione.

Rachel Zegler, la nuova Biancaneve Disney

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Premiere blindate ovunque

  I boss del cinema avevano originariamente pianificato di organizzare una scintillante serata hollywoodiana degna dei 269,4 milioni di dollari spesi per realizzare il film, con eventi programmati a Los Angeles, Londra e in tutto il mondo. 
Niente di tutto questo accadrà. Stesso copione e stessi timori infatti anche in Gran Bretagna, dove, mercoledì sera, invece di essere presentato in anteprima a Leicester Square a Londra, il lancio di "Biancaneve" è stato drasticamente ridimensionato e trasferito in un remoto castello a Segrovia, a nord-ovest di Madrid.

Le ragioni

 A creare scompiglio, da mesi, e a preoccupare fortemente i piani alti in casa Disney per questo attesissimo remake live-action, sono sia la scelta della protagonista Rachel Zegler, di origini colombiane, che a molti non è mai sembrata adatta a vestire i panni della principessa nota per avere la "pelle bianca come la neve", sia la filosofia buonista e politicamente corretta del live action stesso. 

Cultura woke, Palestina, Israele e i sette nani

  Le accuse riguardano soprattutto la cosiddetta "cultura woke", ovvero anti-razzista, a cui la casa di produzione di Topolino si sarebbe assoggettata pur di vendere i propri prodotti e che aveva già suscitato numerose polemiche, a partire proprio della scelta della protagonista Rachel Zegler, di origini colombiane. 
La Zegler è anche stata accusata per le sue idee legate al politicamente corretto, quando aveva affermato che il principe era uno stalker nella fiaba e che Biancaneve, a differenza dell'originale, nella pellicola si affermerà come una vera leader femminista, ma la sua politica pro-Palestina è sempre stata ben accolta dagli spettatori. Al contrario l'israeliana Gal Gadot, che nel film interpreta la regina cattiva, e che in passato ha servito nell'esercito del suo Paese, dopo l'inizio della guerra, si è sempre schierata dalla parte di Israele, sottolineato gli orrori di Hamas. I manifestanti Pro-Palestina hanno accusato gravemente la Disney per averla assunta, e Disney teme una possibile protesta anche durante l'anteprima del film.
Questo, unito anche a una volontà della produzione di correggere ed edulcorare la presenza dei sette nani.
Gli attori nani hanno infatti espresso la loro indignazione sull'uso nel remake di "Biancaneve" della Disney di personaggi CGI, sostenendo che si tratti di "discriminazione" e che una tale scelta potrebbe danneggiare le loro carriere.
Nel live-action infatti i sette nani sono stati sostituiti da "creature magiche" generate al computer.
 Già nei mesi scorsi l'attore Peter Dinklage, ("Il trono di spade") aveva rimarcato l'ipocrisia buonista e woke nel voler essere inclusivi assumendo un'attrice latina, ma lasciando fuori attori affetti da nanismo per una favola che parla proprio di "sette nani".

 

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