Il popolare dj e produttore ha rivisitato a suo modo "Cruel Summer" delle Bananarama, Tgcom24 ne ha parlato con lui
di Massimo Longoni© Ufficio stampa
L'estate 2025 per Bob Sinclar ha il sapore della nostalgia. Il popolare dj e produttore francese ha infatti rivisitato "Cruel Summer", un classico anni 80 delle Bananarama. L’intramontabile hit del trio britannico splende così di nuova luce grazie al tocco del geniale produttore. Un remix in versione house moderna e solare con un leggero tocco retrò, dal ritmo accattivante e groove irresistibile, per far splendere di luce nuova la hit del trio britannico.
Partiamo dal tuo nuovo singolo, "Cruel Summer". Cosa ti ha spinto a fare una cover di questo brano iconico degli anni 80?
È interessante perché quando questa canzone venne pubblicata avevo 14 anni e all'epoca la trovai un po' kitsch. Io ero più interessato ad album come "Rock It" di Herbie Hancock o "Thriller" di Michael Jackson piuttosto che alla musica della Bananarama o di Madonna. Ma è stupendo come dopo anni e anni il tuo gusto cambi e dopo esser diventato dj mi sia venuta voglia di recuperare certe cose e le Bananarama sono state una scelta ovvia. Io faccio musica seguendo l'emozione, non faccio calcoli, soprattutto oggi che le persone usufruiscono della musica in modo totalmente diverso su TikTok o Instagram. Devi essere accattivante e attivo sui social e su tutte le piattaforme possibili.
Come pensi che una canzone come "Cruel Summer si adatti alla scena musicale di oggi?
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Non so se la canzone toccherà le persone come ha fatto negli anni 80. L'ho pubblicata dopo che era nata per caso. Stavo lavorando in studio su alcuni beat e ho testato diversi momenti a cappella da inserire nel mio dj set per un effetto sorpresa. Nessuno si aspettava il pezzo delle Bananarama perché sembrava troppo lento. L'ho testato una volta e ho visto che funzionava. Così ho chiesto il permesso ai detentori dei diritti del brano, che hanno trovato la mia versione molto divertente e mi hanno dato l'ok. La canzone è stata pubblicata nel 1984, per buona parte del pubblico è una cosa nuova mentre le persone che hanno 50 anni vogliono tornare nei club, magari sono divorziate o magari vogliono uscire con i loro figli e quella canzone la conoscono, la cantano. È un ponte tra generazioni.
Quando lavori su una canzone uscita anni fa qual è la ricetta per catturare sia le persone che l'hanno amata nella versione originale sia un pubblico nuovo?
Non ho nessuna strategia, quando lavoro su una canzone non so cosa sto facendo, il mio è puro istinto. Se sei un artista e segui qualcuno su una determinata strada ti stai suicidando, perché sarai sempre e comunque secondo. Devi seguire le tue emozioni. Inoltre seguire la tendenza è anche pericoloso perché cambia molto velocemente e non puoi sapere come evolverà. Per questo io preferisco fare l'opposto di quello che va per la maggiore.
Com'è il mondo dei club oggi?
Oggi le persone arrivano nei club e vogliono ascoltare e quello che già conoscono e così è molto difficile perché non è questa l'essenza di essere un dj. Quando ho iniziato nei primi anni 90 il mio compito era quello di suonare ciò che il pubblico ancora non conosceva, far scoprire la nuova traccia, lanciare la nuova tendenza. Oggi è totalmente diverso, devi seguire la tendenza, essere molto creativo e ogni tanto suonare qualche classico per far capire quale è la tua storia, quali sono le tue fonti di ispirazione. Non facile essere un deejay oggi, soprattutto non è facile essere un buon deejay.
In quale direzione sta andando la musica dance oggi?
Non ne ho idea. So che ogni giorno vengono realizzate oltre 100mila tracce, significa oltre un milione alla settimana: come si può avere visibilità per la propria musica in un contesto simile? Oggi è molto facile produrre musica, ognuno può farlo facilmente, ma poi come puoi farti notare e arrivare alle persone? In radio c'è sempre meno spazio perché stanno perdendo quote di mercato e i ragazzi vanno sui social, su YouTube. Quindi l'unico sistema è essere creativi e intelligenti. Oggi è impossibile essere solamente un deejay o un musicista: devi essere un po' un attore, un influencer, devi essere bravo a muoverti su più campi.
Il panorama che descrivi è molto complicato per chi fa musica. In questo periodo riesci a trovare ancora qualcosa di stimolante e che ispiri?
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Quando avevo vent'anni sono andato a vedere dal vivo Prince, Michael Jackson, James Brown... Dopo aver vissuto quelle esperienze come si può dire che la musica di oggi sia eccitante? Nei festival vedi dj tra due consolle che suonano la musica di altri. L'anno scorso ho visto gli Ac/Dc dal vivo ed è stato incredibile ma in generale non vado più a vedere concerti: cantano con l'autotune, hanno macchine che fanno il lavoro dei musicisti che sono sempre meno perché costano caro. Per qualcuno che organizzi un festival o abbia un club è più conveniente chiamare un deejay che venti persone che suonano. Io ho iniziato a fare musica nel momento in cui c'era una forte creatività, nella scena francese ma non solo. Oggi come potrei essere eccitato come lo ero negli anni 90 o all'inizio del 2000? Quando avevo la mia musica ma non c'erano cellulari, social network...
Quindi oggi come affronti il tuo impegno musicale?
È un gioco diverso, devi decidere se partecipare o meno. Nel 1999 ho suonato al Pacha di Ibiza, c'erano con me gente come Eric Morillo, Subliminal Party ed era una situazione incredibile, una comunione di anime, mi sentivo come un profeta. Oggi passano il tempo a filmarmi, non si vivono il momento, quindi devo trovare un nuovo modo di mettermi in sintonia con questa generazione. Ci lavoro ogni giorno. Cerco di trovare il mio posto e chiedermi ogni giorno cosa posso fare per essere ancora più eccitato, per suonare la mia musica, i miei classici e per essere creativo e talentuoso. È un'area diversa. Come ho detto devi decidere se giocare o no, scegliere la tua direzione.