Cannes 2014, falsa partenza per "Grace di Monaco": qualche fischio alla prima
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Non ha entusiasmato la stampa il film di Oliver Dahan con Nicole Kidman. L'accoglienza è stata fredda ed è partito persino qualche cenno di disapprovazione. Intanto la Kidman respinge le critiche avanzate dalla famiglia Grimaldi: "Mi rattristano, l'opera è molto rispettosa"
Inizia senza troppi entusiasmi la 67.ma edizione del Festival di Cannes. "Grace di Monaco", il film fuori concorso che apre la kermesse, è stato infatti accolto freddamente e con qualche fischio. Di contorno anche le polemiche che hanno visto la famiglia Ranieri scagliarsi contro la veridicità del film. "Mi rattrista che la famiglia Grimaldi si sia opposta al film e che non lo approvi - ha detto la Kidman -, ritengo l'opera rispettosa".
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Il Principato potrebbe non aver apprezzato non non tanto alla figura di Ranieri III (Tim Roth), che non esce affatto male, ma una pagina oscura del piccolo regno monegasco riguardante la sorella del principe. Ovvero Antonietta Luisa Alberta Susanna Grimaldi, la quale, è noto, sarebbe stata rivale con il fratello Ranieri per la discendenza al trono, in quanto la donna spingeva con tutti i mezzi la candidatura del figlio Christian.
Nel film di Dahan si parla esplicitamente e con molti particolari di un complotto di Antonietta sventato proprio da una Grace di Monaco molto sveglia. Nicole Kidman interpreta infatti una anche troppo sincera borghese americana incapace di etichetta. Una donna che rinuncia con difficoltà alla sua carriera, anche alla finale proposta di Hitchcock di essere la protagonista di "Marnie", ma non certo a cuor leggero. Ma anzi con tanta angoscia. E questo in un momento particolare della storia del regno in conflitto con la Francia e il presidente francese Charles De Gaulle, bisognoso di soldi per la guerra d'Algeria, e preoccupato dalla fuga di capitali verso il principato a causa del suo stato di paradiso fiscale.
"Capisco bene che i figli vogliano preservare la privacy dei propri genitori - ha ribattuto la Kidman -, ma l'opera di Olivier Dahan la ritengo rispettosa. Al centro c'è la love story di Grace e Ranieri e nessuna intenzione malevola sulla loro famiglia e in particolare su Grace". "Mi sono preparata per cinque mesi, ho potuto vedere tutti i materiali, e sono tanti, che esistono su Grace Kelly - ha continuato l'attrice -, è stato magnifico darle vita al cinema e scoprire tante cose di lei e di quel periodo. Nel leggere la sceneggiatura e nel girare il film mi sono emozionata tante volte. E anche se la sua storia è così fiabesca, quello che le capita è universale".