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Dal 14 al 25 maggio fari puntati sulla Croisette che vedrà in concorso Paolo Sorrentino con "Parthenope". A valutare i film in gara c'è una giuria guidata dalla regista di "Barbie" Greta Gerwig, di cui fa parte anche Pierfrancesco Favino
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Si apre Cannes 77 con madrina Camille Cottin, Presidente di giuria Greta Gerwig, autrice del fenomeno "Barbie", Pierfrancesco Favino giurato italiano. Su il sipario con la commedia grottesca "Le Deuxieme Act" del genio folle Quentin Dupieux con superstar francesi come Lea Seydoux, Vincent Cassel e Louis Garrel. Per la Palma d'oro l'Italia punta su "Parthenope" di Paolo Sorrentino il cui poster, con la giovane musa Celeste Della Porta che nuota tra le acque del golfo di Napoli con il Vesuvio nel fondale, giganteggia sulla Croisette.
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"Cannes fa politica? Sono gli autori a essere cittadini e a leggere da artisti il nostro tempo. Non siamo noi a fare la politica, noi selezioniamo i film migliori, giudichiamo la qualità dell'opera", è il discorso di benvenuto di Thierry Fremaux, delegato generale del Festival di Cannes: la selezione del cinema migliore è la vocazione di un festival come Cannes, ma è anche un dato di fatto che in queste quasi due settimane sulla Croisette si vedrà di tutto, un concentrato di politica, ad alto rischio di polemiche. Intanto durante la cerimonia di apertura, la Streep riceverà una Palma d'Oro onoraria. Nei giorni successivi, Cannes presenterà in anteprima "Furiosa: A Mad Max Saga" di George Miller, "Megalopolis" di Francis Ford Coppola, autofinanziato, e gli attesi nuovi film di Paolo Sorrentino, Yorgos Lanthimos, Andrea Arnold e Kevin Costner.
Il Metoo è un fronte caldissimo a cominciare dal cortometraggio partecipato "Moi Aussi" ossia MeToo dell'attivista francese Judith Godrèche che ha denunciato la violenza sessuale di Benoit Jacquot e Jacques Doillon quando lei aveva solo 15 anni. Godrèche, inserita all'ultimo nel festival quando già impazzavano rumor di notizie di scandali di abusi che usciranno nei prossimi giorni, è a Parigi con un centinaio di attiviste a chiedere le dimissioni di Dominique Boutunnat che sarà processato a giugno per aggressioni sessuali, ma intanto è al suo posto di presidente del Cnc, il centro nazionale del cinema.
Cannes 77 non è solo questo ma tanto altro. La notizia dell'ultima ora riguarda Mohammad Rasoulof, il celebre regista iraniano che ha in concorso il top secret e senza visto di censura "Il seme del fico sacro", appena condannato dal regime degli ayatollah a 8 anni di carcere e alla fustigazione, si è reso irreperibile e ha confermato di essere riuscito a lasciare il suo Paese d'origine e di trovarsi attualmente in una località segreta in Europa. E potrebbe addirittura essere clamorosamente presente all'anteprima mondiale del festival. Rasoulof denuncia senza giri di parole che "la Repubblica islamica ha preso di mira le vite di manifestanti e attivisti per i diritti civili. È difficile da credere, ma proprio in questo momento mentre scrivo, il giovane rapper Toomaj Salehi è detenuto in carcere ed è stato condannato a morte. Prima che i servizi segreti della Repubblica islamica venissero informati della produzione del mio film, un certo numero di attori è riuscito a lasciare l'Iran. Tuttavia, molti degli attori e degli agenti del film sono ancora in Iran e il sistema di intelligence sta facendo pressione su di loro con minacce e perquisizioni", ha detto il regista dall'esilio che si appella al sostegno delle organizzazioni cinematografiche internazionali.
Sulle guerre c'è il film militante "L'invasione" dell'ucraino Sergei Loznitsa che descrive la vita della popolazione civile in tutta l'Ucraina, mostrando la resilienza di fronte all'invasione russa, e il politicamente scorretto "La belle de Gaza" di Yolande Zauberman, storia Lgbt tra Tel Aviv e Gaza. Non ci sono film da Israele, ha provocato Fremaux un giornalista, per il timore di manifestazioni? "Abbiamo scelto i film migliori, la risposta è questa, nessuna scelta politica", ha ribadito il direttore di Cannes. La battuta più bella, che smonta i furori militanti, arriva sul finale. "Crede che 'The Apprentice' di Ali Abbasi sul giovane Trump (interpretato da Sebastian Stan) possa essere un disturbo nelle elezioni americane? "È utopia - ha risposto -: vi ricordo che nel 2004 Michael Moore vinse la Palma d'oro con Fahrehneit 9/11 e George Bush ebbe un mandato presidenziale finito solo nel 2009".
Molte le star attese sulla Croisette, da Emma Stone che torna protagonista del film di Yorgos Lanthimos "Kinds of Kindness" ad Adam Driver e Shia LaBeouf per "Megalopolis" di Coppola, a Uma Thurman e Richard Gere per il film di Paul Schrader "Oh Canada", Cate Blanchett che interpreta una sorta di Ursula Von Der Leyen in "Rumors", Kevin Costner che porterà al festival il suo kolossal western "Horizon - An American saga". E dopo molti anni di assenza a Cannes tornerà anche Demi Moore, sia come protagonista del film "The Substance" che come presentatrice del gala amfAR, per la raccolta fondi per la ricerca sull'Aids.
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