È uscito "Notti Brave Amarcord", il nuovo album del cantautore romano che guarda al proprio percorso personale. Tgcom24 ne ha parlato con lui
di Massimo Longoni© Ufficio stampa
È uscito "Notti Brave Amarcord", il nuovo album di Carl Brave con cui il cantautore romano unisce passato e presente, riprendendo il titolo del suo lavoro di esordio, pubblicato sei anni fa, ma l'aggiunta di uno sguardo al proprio passato, che diventa protagonista dei testi. Negli ultimi due anni, Carl Brave non è stato fermo. Ha scritto, ha viaggiato, ha ascoltato. Soprattutto, ha sperimentato. "Notti Brave Amarcord" è il frutto di un’intensa ricerca musicale che lo ha portato a contaminare il suo stile con nuove influenze elettroniche, esplorando suoni inediti, atmosfere più cupe o rarefatte, beat non convenzionali. Una scelta precisa, voluta, quasi necessaria, per dare voce a un nuovo modo di sentire, più maturo e riflessivo. Tredici brani ai quali si aggiunge, disponibile solo nella versione digitale, il singolo "Perfect" realizzato con Sarah Toscano e che è stato lanciato in radio in contemporanea con la pubblicazione dell'album.
"Notti Brave Amarcord": preferisci definirlo la chiusura di un cerchio o il punto per una nuova ripartenza?
Questo progetto è nato in questi due anni, stavo cercando di fare qualcosa di nuovo per questo nuovo disco e sono ripartito un po' dall'inizio, dalle mie radici, però con la testa e l'esperienza di quello che sono adesso. Quindi ho inquadrato un po' questo progetto in un ambito stilistico che guardasse un po' all'indietro. Tutti i suoni, la maggior parte dei suoni sono in reverse, perché tutto guarda al passato.
Una scelta controcorrente è quella di non avere nemmeno un feat...
Ho deciso di non averne perché sono solo io che parlo, i testi sono estremamente personali. Ma ho messo sui ritornelli dei cori di persone che non fanno questo mestiere, diciamo, perché la mia vita è un po' descritta con altre persone, quindi secondo me è in parte un nuovo inizio con la maturità di adesso, con l'esperienza di adesso. Di base cercavo di fare qualcosa che avesse la sincerità che uno ha quando inizia, quando è libero da regole e strutture, quando fai tutto "di pancia", solo che adesso l'ho fatto pensandoci.
Come è nata questa voglia di guardarti indietro?
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È venuta fuori da un pezzo, da "Morto a galla". Mi è uscita questa canzone molto nostalgica che guardava al passato e ho capito che sarebbe stato l'inizio di come avrei voluto che fosse il disco: tutto al passato. Da lì ho ricominciato a ricordarmi cose vecchie. Io poi sono uno che vive molto il presente, al passato non ci penso mai. Ma il presente guarda avanti, invece questa cosa mi ha dato la possibilità conoscermi e di riconoscermi un po', di pensare a me. Ho capito che la sincerità che cercavo di dare con un disco sarebbe arrivata solo ripartendo in qualche modo da zero, raccontando tutti i momenti della mia vita. Di base è tutto autobiografico, tutte le cose che dico sono tutte cose che ho passato attraverso la mia vita, quindi è quello per dare più verità.
Rispetto al debutto di "Notti Brave" in cosa pensi di essere cambiato e maturato? E perché il disco di oggi sarebbe stato impossibile sette anni fa.
Sicuramente sono molto migliorato nelle produzioni, nel pensare alle produzioni e a che suoni usare. Per esempio questo disco è tutto fatto con un unico basso, vero ma finto, questi "paddononi" vaporosi, come fosse un quadro in bianco e nero: ho capito doveva essere così e l'ho cercato. Mentre magari prima tutto veniva più d'istinto. Adesso ho più chiaro il mio gusto e dal lato delle produzioni sono più un mestierante, se vogliamo dire così: so quello che voglio e so come riuscire a ottenerlo, a differenza di prima che era tutto un provare, un po' una magia. Invece adesso questa magia me la sono andata a cercare.
Tu hai sempre avuto uno stile molto personale un po' a cavallo tra l'indie, il pop e l'urban. Oggi sembra di essere in un periodo in cui viene rivalutato il cantautorato. Come ti vedi in questo contesto?
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Il ritorno al cantautorato ha sicuramente avuto una spinta molto forte dall'exploit di Lucio Corsi a Sanremo. Quella vetrina fa uscire le cose. Secondo me non c'è mai stato un abbandono nel gusto della gente al cantautorato, nel cuore è sempre rimasto, semmai era stato messo un po' ai margini del mercato musicale. Io sono sempre contento quando le cose ritornano o la gente ributta un occhio su alcune cose, perché è giusto. Da un altro punto di vista, però, per me è importante che questa roba del cantautorato non sia un'esca, del tipo che il cantautorato è solo quello: chitarra, piano, approccio vecchio stile, per intenderci. Non che Lucio Corsi sia vecchio stile, perché comunque ha delle bellissime trovate di testo, però musicalmente si rifà un po' a un periodo storico definito. Quindi vorrei che passasse anche una roba più rap, anche questa che ho fatto io. Perché il mio è cantautorato a tutti gli effetti: ho fatto la base, ho scritto la melodia, i testi, quindi questo è. Comunque sono sempre positivo quando si riaccendono i riflettori sui generi e tornano le cose. La musica è ciclica, è sempre così. Te ne vai, ritorni, te ne vai, ritorni. È andata così fino ad adesso e penso che continuerà.
Oltre a cantare e scrivere, sei anche produttore e anche adesso facevi riferimento al fatto che la tua musica, pur essendo cantautorato, ha una sonorità diversa da altre. Come si struttura il tuo processo creativo? La produzione arriva dopo la scrittura o una canzone la immagini con un determinato suono sin dall'inizio?
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Dipende, perché si può partire sia dal testo che dalla base, che dall'idea. Ormai, come ti ho detto, sono più un mestierante, anche se sembra una brutta parola, però diciamo che oggi sono in grado di partire un po' da qualsiasi idea e qualsiasi modo. Quindi una canzone magari parte dalla base, da un suono, oppure lo penso e lo metto, oppure parte da un testo. Adesso sono molto più skillato, da questo punto di vista, mentre prima magari partivo solo dalla base. Invece adesso questa cosa è un po' cambiata, veramente dipende da giornata a giornata. Una canzone può nascere mentre sto facendo una base a casa ed esce una cosa particolare così come da un'idea che mi viene sotto la doccia.
Porterai questo disco in tour da ottobre: hai già pensato come strutturare lo spettacolo o è ancora tutto in fase embrionale?
Ci sto pensando già un po' con i musicisti, abbiamo fatto le prime prove però in pochi, perché poi saremo in undici sul palco, siamo tanti. E questo disco è molto minimale, quindi andrebbe suonato in pochi, non è sicuramente il disco giusto per essere in undici. Quindi stiamo capendo come fare. Penso che dividerò il live in tanti parti diverse, farò qualche medley... magari per della roba vecchia userò tutti, mentre per queste cose nuove qualcuno lo manderò a bere una birra mentre noi useremo l'Akai, il campionatore per le batterie... Comunque stiamo ancora capendo come fare, questa è la verità.
1. IL PRIMO TAKE
2. MORTO A GALLA
3. ISOLA TIBERINA
4. BAR S. CALISTO
5. MAYDAY
6. PAURE
7. FLASH
8. CIOBAR
9. RESPIRARE NEL BUIO
10. OFFLINE
11. RAGNATELA
12. AMARCORD
13. OUTRO
14. PERFECT
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