L'artista lancia il suo nuovo singolo, "Stars Aligned" e la sua Sound Agency. Tgcom24 ne ha parlato con lei
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E' stato presentato in un club milanese "Stars Aligned", il nuovo singolo dell'artista italiana di origini tedesche Caroline Koch. Il brano anticipa l'omonimo Ep in uscita il 6 dicembre. Ma la serata è stata l'occasione anche per festeggiare la Sound Agency della Koch, creata per dare un'identità musicale ai brand, "Ho tante anime artistiche e vivo la musica a 360 gradi" spiega a Tgcom24.
Dj, cantante e producer, un passato nell’elettronica e una passione sfrenata per il blues-rock, Caroline è da sempre una voce fuori dal coro; spinta dalla curiosità verso il nuovo e l’inedito, pensa e ragiona ‘’out of the box’’ alla ricerca di qualcosa che le permetta di sperimentare a pieno e al meglio la sua anima in musica. Così, dopo due anni passati in sala di registrazione tra Milano e Londra, a lavorare con artisti di fama internazionale come il producer e chitarrista degli Oasis Paul Stacey è pronta a pubblicare “‘STARS ALIGNED”, il nuovo singolo uscito il 14 novembre che da il titolo all’ EP, prodotto dal producer italiano Matteo Rigamonti e il duo Hermit, che verrà pubblicato il 6 dicembre.
Definire la tua figura è un compito piuttosto arduo...
Diciamo che sono piuttosto atipica. La sfida era quella di fare una cosa che mi rappresentasse il più possibile. Anche l'idea di fare uscire tutta una serie di contenuti in maniera scaglionata, aveva l'obiettivo di fare emergere le duemila personalità che albergano in me. Il modo migliore era farlo in un tempo breve ma però con uno spazio giusto. Sono dei pezzi che mi rappresentano tantissimo ma però hanno diverse anime.
Come mai hai scelto "Star Aligned" come primo estratto?
Chiude il cerchio di questo percorso. E' davvero il momento in cui le stelle si sono allineate. Questo progetto è stato cercato, desiderato, pur con tutte le sue difficoltà, questa canzone per iniziare è la più adatta.
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Il progetto ti ha portato via molto tempo...
Sì, diciamo che si è sviluppato nel giro di due anni. Ci sono state anche delle pause perché volevo essere molto onesta con me stessa. E da questa onestà è nata l'esigenza di prendersi il proprio tempo. Da qui la voglia di capire dove arrivare. Il progetto è stato suddiviso tra Milano e Londra perché la matrice musicale dei pezzi è blues rock e quindi volevo confrontarmi con persone che hanno questa musica nel dna. Come per esempio Paul Stacey.
Lui è stato produttore e chitarrista degli Oasis. Come è stato lavorare con lui?
Ha collaborato attivamente con il progetto e le sue chitarre sono state molto importanti per noi. Ma anche dal punto di vista umano avere la possibilità di lavorare con lui è stato un grande arricchimento.
E in tutto questo la creazione della Sound Agency come si colloca?
Il progetto musicale ne è la base. Solo venendo dal mondo dalla discografia potevo dire qualcosa a livello imprenditoriale in questo campo. Parallelamente al mio percorso di artista ho iniziato a lavorare, quasi per gioco, facendo consulenze musicali per i brand. E dopo tante esperienze e tante richieste ho capito che l'idea poteva concretizzarsi, Allo stesso tempo più andavo avanti e più trovavo questa cosa stimolante e creativa. Dare la mia visione della musica a terzi, trovando l'anima musicale di un brand e pensando qualcosa ad hoc, è veramente stimolante. L'Ep nasce anche un po ' dall'esigenza di mostrare chi sono e da dove vengo. Una sorta di biglietto da visita.
Cantante, dj, producer, imprenditrice... Se dovessi riassumerti in una definizione quale useresti?
Non è semplice, ma forse, almeno nell'ambito della Sound Agency, "music supervisor" rende l'idea. Qualcuno che possa dire la propria in un percorso che è frutto dell'esperienza, gavette e porte in faccia comprese. Mi piace mettere la musica anche al servizio di terzi
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