Fotogallery - Cccp, a Reggio Emilia la mostra "Felicitazioni! Fedeli alla linea 1984-2024"
© Michele Lapini
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L'esposizione "Felicitazioni! Fedeli alla linea 1984-2024" ai chiostri di San Pietro a Reggio Emilia racconta la storia della band emiliana. Il 21 e 22 ottobre il Gran Gala Punkettone al Teatro Valli della città
di Luca Freddi© Michele Lapini
Cosa sono stati e cosa sono oggi i Cccp, dopo 40 anni? Lo spiega la stupefacente mostra "Felicitazioni!" nei Chiostri di San Pietro a Reggio Emilia, visibile dal 12 ottobre all’11 febbraio 2024. Un'esposizione immersiva con video, fotografie, cimeli, installazioni che è il racconto di un'esperienza musicale e artistica unica, dirompente. Furore assoluto. E sancisce anche il via ai festeggiamenti per i 40 anni dal primo ep "Ortodossia", che continueranno con pubblicazioni discografiche e il Gran Gala Punkettone al Teatro Valli della città il 21 e 22 ottobre. E per l'occasione Giovanni Lindo Ferretti, Massimo Zamboni, Annarella Giudici, Danilo Fatur si sono riuniti dopo oltre trent'anni.
© Michele Lapini
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La mostra è il concretizzarsi di un'idea nata un anno fa: un progetto gigantesco, molto più di un racconto della carriera della band. Un lavoro per trasmettere la loro essenza che ha trasceso il fenomeno musicale per scavare nell’immaginario collettivo sociale e culturale grazie alla forza dirompente dei testi e l'aura quasi mitologica che li circonda. Curata dagli stessi Cccp, l'esposizione è una riflessione sulla rilevanza delle loro idee e della loro musica nel contesto attuale. Si estende su 1800 mq, 28 spazi espositivi, un percorso che si addentra nel Chiostro Piccolo, passa per il Chiostro Grande e si snoda su due piani con installazioni, con opere d’arte inedite, fotografie d’archivio mai pubblicate, supporti audiovisivi, costumi di scena. Il piano terra è diviso in 7 sale ognuna dedicata a un disco della band: ognuna ne riporta le atmosfere che lo contraddistinguono. Al primo piano cambia il mood, e si passa al caos dei 17 spazi espositivi. Qui i titoli evocativi sono dedicati a spettacoli, canzoni, luoghi d’affezione e approfondimenti storici. Partendo da Reggio Emilia, la mostra proietta il visitatore in uno spazio umano illimitato, collegando di volta in volta Berlino est e ovest, l'Europa delle frontiere, Beirut, il mondo arabo, Urss e Paesi satelliti, Cina, Hong Kong, Mongolia, Kabul, Palestina, Israele, Mosca, Leningrado e trasformando vorticosamente quei luoghi in periferie e centri di un unico impero mentale.
"Non è un mostra celebrativa e non è esposizione di memorabilia, è uno spettacolo immobile" spiega Massimo Zamboni che racconta: "Quello che la gente vedrà non è una mostra ma è una passione; ogni volta che si aggiungeva un pezzo è stata per noi una sorpresa per la voglia che porta con sé, per il volerci essere stati. Quando entro in certe sale mi devo trattenere, siamo uomini adulti che sanno piangere con gioia". Sul luogo della mostra, che coincide con il luogo della vita artistica dei Cccp, Giovanni Lindo Ferretti dice subito che "un gruppo così poteva nascere solo a Reggio Emilia e poteva finire solo a Reggio Emilia" che per lui è "la provincia più filosovietica dell'impero americano".
L'effetto nostalgia è grande, vedendo i quattro ancora insieme dopo una lunga distanza nel corso degli anni. Con il piacere stampato sul loro viso. E nella serenità che hanno nel parlare. La mostra è nata grazie al lavoro di archiviazione di Annarella Giudici (definita da Ferretti "Amministratrice delegata ed esecutrice testamentaria dei Cccp"), e resa possibile dai rapporti tornati amichevoli tra lo stesso Ferretti e Zamboni dopo 20 anni. E Giovanni Lindo Ferretti ("Il riottoso ero io") ammette che la reunion è stata merito suo: “Sono stato io l’artefice. Ci siamo ritrovati per fare un'intervista dei Cccp a casa mia a Cerreto, l'ultimo posto in cui siamo stati insieme e abbiamo fatto delle foto 40 anni dopo. Abbiamo visto il concerto a Melpignano dei Cccp e io sono rimasto frantumato. Fino a due anni fa non avevo mai più rivisto nulla né ascoltato nulla del gruppo. Essere lì con loro e rivivere quell’esperienza è stato sconvolgente. Quel giorno siamo andati a mangiare e a metà pranzo ho detto che sembrava che ci fossimo lasciati la serata prima dopo un concerto e che stessimo facendo colazione". "Da lì abbiamo ritrovato complicità e affetto indefinibili", aggiunge.
"Sembriamo una cellula risvegliata" puntualizza, "Dopo anni di rifiuto per un periodo ho ascoltato e letto solo i Cccp". Per la voce del gruppo: "Ci legano una dimensione dell’anima e la disciplina della carne" e spiega: "Tutta la mia vita è debitrice ai Cccp". E ancora: "Quando ci siamo ritrovati eravamo gli stessi che si erano lasciati. Qualsiasi cosa fatta dopo traeva origini dai Cccp. Siamo gli stessi invecchiati solo dai segni del tempo. Il nucleo sovrasta l’individualità quando siamo insieme". E Zamboni aggiunge che “ognuno di noi ha voglia di diminuirsi. Quando questa aritmetica ha funzionato ha dato risultati molto alti".
Sul passato e magari il rimpianto di essersi sciolti presto, lo stesso Massimo Zamboni è categorico: “Ci siamo sciolti quando il mondo in cui credevamo si è a sua volta sciolto, dopo due concerti a Leningrado e Mosca, e ammetto che talvolta è incomprensibile anche a noi. Esistono ancora cose nei cassetti, la mostra è importante ma non esaustiva: ci sono nastri, testi inediti, materiale e degli inediti non so se uscirà qualcosa o meno. C’è la canzone 'Onde' che ci domandiamo noi stessi perché non la abbiamo mai pubblicata: c’è un nastro in una teca della mostra che custodisce questo gioiello di famiglia nascosto”.
Annarella Giudici ha invece ammesso di non aver "mai smesso di toccare tutto il materiale che possedevo, sono una Cccp da sempre. Nel 1990, con alcune amiche, abbiamo iniziato a scansionare foto e video, ho cercato sempre di mantenere il materiale in un armadio. L’arte l'ho sempre assecondata ma c’era la sensazione che qualunque cosa facessi restasse inferiore al lavoro dei Cccp. Gli altri proseguivano il loro percorso artistico in differenti forme e io avevo la sensazione che la presenza femminile venisse schiacciata; dunque, per circa dieci anni ho raccolto il materiale". Danilo Fatur ha raccontato invece: "Ho dormito un anno dopo lo scioglimento dei Cccp e poi ho creato tanti dischi post punk".
L’album “Felicitazioni! Cccp - Fedeli alla linea. 1984 - 2024”, sarà disponibile in versione vinile, cd e box deluxe in edizione numerata e limitata da venerdì 13 ottobre per Universal Music, che contiene 18 brani storici e si congiunge alla mostra ripercorrendone le sale e divenendone la traccia sonora e permanente. Si aggiungono le ristampe di tutti gli album in versione rivisitata. Altissima intanto è l’attesa, il 21 e 22 ottobre, per il doppio Gran Gala Punkettone di parole e immagini che li vedrà protagonisti al Teatro Valli della città emiliana. A chi chiede loro se ci sarà anche musica in quell'occasione, i quattro non si espongono, dicono che preferiscono godersi il momento non guardando il futuro. Ma sibillini avvertono: “Siamo i Cccp, qualche sorpresa vi toccherà!”.
Una miscela di punk e musica popolare non confinata entro i canonici perimetri nazionali. Un immaginario che ha saputo mescolare il socialismo reale e l'Islam, manifesti ideologici e misticismo orientale. Un'iconografia filosovietica che li ha da subito contraddistinti, rendendoli alieni del/nel nostro panorama musicale e un percorso che porta da Reggio Emilia a Berlino e ritorno, avendo l'Asia come obiettivo da raggiungere e come punto d'arrivo. Tutto questo e molto altro sono stati i Cccp Fedeli Alla Linea. A loro va il merito di aver rivoluzionato il modo italiano di fare e rappresentare la musica e di aver contaminato e influenzato, in modo spesso molto evidente, quello che è venuto e avvenuto successivamente.