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Charlotte Gainsbourg-Guillaume Canet al cinema nel noir psicologico "Il caso Belle Steiner"

Il film tratto dal romanzo "La morte di Belle" di Georges Simenon arriva in sala il 13 marzo

12 Mar 2025 - 12:31
 © Ufficio stampa

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Dubbio, colpevolezza, presunta innocenza, responsabilità, gogna mediatica e giudizio popolare. Sono gli attualissimi elementi del thriller "Il caso Belle Steiner” di Benoît Jacquot, in arrivo nelle sale italiane dal 13 marzo grazie a Europictures. Tratto dal romanzo "La morte di Belle" di Georges Simenon, il film vede protagonisti Guillaume Canet e Charlotte Gainsbourg nei panni di una coppia sposata che vive in una piccola città di provincia. La loro tranquilla esistenza viene sconvolta dalla morte di Belle Steiner, la giovane figlia di una loro amica che si erano offerti di ospitare per un anno. Lui era l’unico presente quella notte e diventa inevitabilmente il principale indiziato. Chi ha ucciso la ragazza? Tgcom24 vi offre una clip esclusiva.

Pierre e sua moglie Cléa conducono un’esistenza tranquilla in una piccola città di provincia. Lui è un insegnante, mentre lei gestisce un negozio di ottica. La coppia ospita Belle, la figlia di un’amica. Quando la ragazza viene trovata morta nella loro casa, essendo stato Pierre l’unico presente nell’abitazione al momento della tragedia, diventa l’unico sospettato. Subisce interrogatori umilianti dalla polizia, l’ostracismo dei colleghi e l'ostilità dei residenti della cittadina. 

L'uomo era nel suo studio tutta la notte ad ascoltare musica e a correggere i compiti dei suoi alunni. Mentre continuano le serrate indagini, Pierre si mostra più anaffettivo anche delle formule matematiche che studia ossessivamente e comunque del tutto distaccato dalla morte di questa ragazza che sembra non riguardarlo affatto. Si dichiara innocente, ma non si difende più di tanto e afferma solo di non sapere cosa possa essere accaduto. Tutto è contro di lui: nel telefono di Belle vengono trovate foto di lui scattate dalla ragazza di nascosto. Una vicina di casa descrive poi Pierre come un voyeur, dato che ha davvero l'abitudine di spiare la vicina dalla finestra mentre si spoglia. Intanto viene anche raccontata la condotta della figura di Belle, definita come "la regina della notte". Assediato dai media che lo accusano di femminicidio, Pierre non si scompone comunque mai, generando così ancora più sospetto.

Un noir con il passo da cinema di Claude Chabrol, filtrato attraverso lo stile minimale e di sottrazione di Jacquot. Il romanzo di Simenon viene trasferito dal regista dagli Stati Unti alla provincia (francese) dove tutti si conoscono, intingendo la storia nella contemporaneità e al ruolo (e al peso) di media e social legati a casi di cronaca nera. Un taglio registico quasi glaciale, che passa anche per l'interpretazione di Guillaume Canet, offre un intreccio pieno di ambiguità che fa vacillare le certezze dello spettatore stesso che deve chiedersi fino alla fine se il sospettato sia colpevole e innocente.

Un cartello prima dei titoli di coda fa entrare la cronaca nella fiction. A firma della produzione e della troupe, questo disclaimer condanna ogni persona coinvolta in molestie sessuali di genere. Un'esigenza quest'ultima nata dalle accuse a Benoît Jacquot, regista del film, denunciato per violenza sessuale dalle attrici Judith Godrèche, Isild Le Besco, Vahina Giocante e Julia Roy. Il caso scoppiò nel 2024 e la produzione è così corsa ai ripari, tentando di separare l'opera dalla fama non proprio limpida del regista.

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