la sua frase iconica

"Che amarezza": quando Antonello Fassari spiegò come era nato il tormentone de  "I Cesaroni"

Era il tormentone dello zio Cesare, diventato un fenomeno di costume che ha segnato un'epoca televisiva

05 Apr 2025 - 18:54
 © da-video

© da-video

Antonello Fassari, indimenticabile interprete dello zio Cesare nella popolare serie "I Cesaroni", aveva svelato, in una delle sue ultime interviste, un retroscena che aveva stupito i fan della fortunata fiction: il celebre tormentone "Che Amarezza" era stata una sua invenzione completamente casuale, nata durante le riprese.

"Io ho inventato 'Che amarezza' assolutamente per caso. Lo diceva un mio zio quando perdeva la Roma e c'aveva sta frase. E niente, un giorno girando una scena non si riusciva a venirne a capo", aveva raccontato l'attore, rivelando così l'origine familiare di un'espressione che è entrata nel linguaggio quotidiano di milioni di italiani.

L'ispirazione era arrivata in un momento di impasse durante le riprese: "Claudio aveva litigato col figlio, il figlio aveva litigato col fratello, la moglie aveva litigato col marito, insomma tutta una serie di situazioni da cui non si riusciva a uscire e allora mi era venuto in mente questo 'Che amarezza'", aveva spiegato Fassari.

La battuta improvvisata aveva avuto un successo immediato, tanto da diffondersi rapidamente tra la troupe e diventare un elemento ricorrente della serie: "E questa cosa ha avuto un gran successo, tanto che a un certo punto negli uffici e dietro le macchine c'era scritto 'Che amarezza'. È tornata in auge quest'espressione così antica e mi ha fatto molto piacere".

Parlando più in generale della sua esperienza sul set della serie, in onda su Canale 5 dal 2006 al 2014, Fassari aveva rivelato alcuni aspetti del metodo di lavoro: "La lavorazione de I Cesaroni è stata faticosa sì, perché ogni mese erano sette mesi di ripresa, ma anche molto divertente. Si basava su un'improvvisazione della recitazione, oltre che delle battute".

L'attore aveva sottolineato come questa libertà creativa fosse uno degli elementi vincenti dello show: "Soprattutto ci siamo divertiti proprio a farle lì per lì, a come venivano, fidandoci un po' di noi stessi e in fondo abbiamo avuto ragione. La cosa bella di certe fiction è che vanno al di là di quello che vedi, al di là del risultato coinvolgono le persone in un altro modo. Non è un prodotto soltanto d'intrattenimento ma è riuscito a penetrare veramente dentro l'animo di chi lo guardava".

Commenti (0)

Disclaimer
Inizia la discussione
0/300 caratteri