ANTEPRIMA ESCLUSIVA

Chiara Dello Iacovo: "Basta strade segnate, la mia musica è anarchica"

La cantautrice prepara il nuovo album. Tgcom24 l'ha incontrata e vi offre in anteprima il video del nuovo singolo "Nessuno sposta i piedi"

di Massimo Longoni
18 Giu 2018 - 15:20
 © instagram

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Torna Chiara Dello Iacovo. La cantautrice rivelatasi con "The Voice" e poi arrivata seconda tra i giovani a Sanremo 2016, prepara il nuovo album, in arrivo in autunno. Dopo il primo estratto "Abitudine" arriva ora il secondo singolo, "Nessuno sposta i piedi", che mostra una nuova Chiara. "E un passo verso la direzione che più desideravo - dice lei -. Quella più anarchica". Tgcom24 vi offre in anteprima il video del brano.

Dimenticate la Chiara di qualche anno fa, caschetto in ordine e arrangiamenti pop. La cantautrice astigiana si è liberata di quella che sentiva come una gabbia, spesso autoimposta, e alla sua scrittura, da sempre per nulla banale e basata su una ricerca lirica intelligente e arguta, vuole aggiungere una veste sonora che la porti verso lidi più rischiosi. Il primo passo di queso percorso di autodeterminazione è avvenuto l'anno scorso, con un tour in cui Chiara si è presentata con un look nuovo, per sé ma soprattutto per le sue canzoni, innervate di rock e imprevedibilità. "Dopo quello c’è stato un lungo periodo di sedimentazione - spiega -. E in periodi come questi possono accadere due cose: o cementifichi tutte le idee iniziali e quindi ti ritrovi più forte di prima, con una direzione più precisa. Oppure perdi il seme sotto miliardi di strati di terra. Ovviamente il rischio c’è stato ma ora, soprattutto con questo secondo singolo sento che stiamo andando nella direzione che più desideravo".

Ovvero?
Quella più anarchica.

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Il primo singolo, “Abitudine”, un brano decisamente più intimista, in effetti non sembrava discostarsi molto dal passato.
E’ stata una scelta deliberata, perché faceva da ponte con la fase precedente. Per chi non aveva avuto modo di vedermi live nella nuova veste non sarebbe stato uno strappo così forte. Adesso iniziamo ad andare verso il fulcro del cd. A settembre, con il terzo singolo, daremo lo strappo finale.

Come sono nate queste canzoni?
Tutto quello che comporta la composizione delle canzoni è una cosa molto personale, che avviene in una camera, tutta nella mia testa. Poi in studio abbiamo cercato il loro suono. Che è stata una ricerca peculiare, canzone per canzone. L'album avrà un andamento preciso, con il suono e le tematiche dei pezzi che si evolveranno di traccia in traccia diventando progressivamente un po’ più scuri e crudi.

Il disco avrà un tema portante?
Credo ci sia un sentimento prevalente, che è sicuramente la rabbia. Ma le tematiche sono le più disparate. In molti pezzi sono andata in esplorazione del mio lato più oscuro. E “Nessuno sposta i piedi” come tappa rappresenta la presa di coscienza prima della ribellione.

Da cosa scaturisce questa rabbia?
Da un sacco di cose. Da tutta una serie di meccanismi che non tolleravo, da frustrazione, da tentativi da parte di un sistema che cerca di incanalarti in meccanismi che fanno comodo a lui. E non ultimo dall'essere una donna in un sistema patriarcale e maschilista.

In questo cammino hai cambiato anche etichetta. Ora ti senti più libera artisticamente?
E’ cambiato tutto. In primis con me stessa. Molte censure me le mettevo in primis io per un senso del dovere inconscio celato. La liberazione è partita da me e si è potuta riflettere nella scelta delle persone che mi acccompagnano in questo percorso.

In questa voglia di libertà e anarchia, come ti trovi nel mondo della discografia?
“Nessuno sposta i piedi” parla anche di questo: non riesco a muovermi. O ti crei un tuo percorso o per forza di cose il sistema in cui muoversi può cambiare forma ma è sempre quello. Un’organizzazione può cambiare il vestito ma che sia il mainstream di Gigi D’Alessio o quello di Calcutta o Frah Quintale è sempre la stessa cosa. Solo all’apparenza è diversa.

E come pensi di poterti muovere da qui in avanti?
In questo momento l’impressione è proprio di non riuscire a muovermi. E volermi scavare la strada con le mani piuttosto che prendere l’autostrada un’altra volta. Un posto in cui ci sono un sacco di macchine e, a parte qualche coda o qualche incidente, al di là degli svincoli già segnalati non puoi che andare dritta. Cosa porterà il futuro non lo so, lo scoprirò con questo disco.

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