A distanza di un anno dall'aborto spontaneo la modella, moglie di John Legend, posta su Instagram uno scatto per ricordare un grande dolore che non è mai andato via
"Al figlio che abbiamo quasi avuto...". Comincia così la toccante lettera aperta che Chrissy Teigen scrive su Instagram al figlio perso un anno fa a causa di un aborto spontaneo: "Un anno fa mi hai dato il dolore più grande che potessi mai immaginare", continua la modella e moglie di John Legend, che condivide sui social uno scatto di quel terribile periodo, mentre nel letto di un ospedale piange tra le braccia del marito.
Si sarebbe dovuto chiamare Jack e Chrissy si è fatta tatuare il suo nome sul braccio pochi mesi dopo l'aborto accanto a quello degli altri due figli Luna e Miles.
Jack però non è mai venuto al mondo e per la modella il dolore straziante di quel momento non è mai andato via, un dolore, che, come scrive nella lettera, è servito: "per mostrarmi che potevo sopravvivere a qualsiasi cosa, anche se non volevo. Non sono riuscito a prendermi cura di te, ma sei venuto e sei andato via per insegnarmi ad amare me stessa e prendermi cura di me, perché i nostri corpi sono preziosi e la vita è un miracolo. Mi hanno detto che sarebbe stato più facile ma a dire il vero, non è ancora iniziato ad essere più facile. Mamma e papà ti ameranno per sempre".
Un post toccante che la Teigen ha voluto condividere sui social, come già aveva fatto subito dopo l'aborto postando alcuni scatti dall'ospedale.
Un gesto che in molti avevano criticato giudicandolo inopportuno e "spettacolizzante" per un momento così drammatico. Ma la Teigen aveva spiegato che quelle immagini condivise del suo dolore avrebbero dovuto contribuire a rompere quel tabù, che per molte donne è rappresentato dalla morte di un figlio e che impedisce loro di chiedere aiuto.
Da allora è passato un anno, durante il quale la modella è passata anche attraverso l'alcolismo, nel tentativo disperato di elaborare un lutto infinito. Adesso che è del tutto sobria Chrissy può tornare a parlare del suo bimbo mai nato, con maggiore positività e serenità, il dolore c'è ancora ma la ferita brucia un po' meno.