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Al cinema "Il seme del fico sacro", tra rivoluzione femminile e denuncia del regime in Iran

Dal 20 febbraio grazie a Lucky Red e Bim Distribuzione il film di Mohammed Rasoulof censurato dal regime, vincitore a Cannes e candidato all'Oscar Internazionale

19 Feb 2025 - 11:27
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Candidato agli Oscar come Miglior Film internazionale e vincitore del Premio Speciale della giuria al Festival di Cannes, arriva al cinema dal 20 febbraio con Lucky Red e Bim Distribuzione "Il seme del fico sacro" di Mohammad Rasoulof. E' stato girato in clandestinità per aggirare la censura del regime iraniano, che ha già impedito la distribuzione di tutti i film del regista, oltre ad averlo condannato a cinque anni di carcere, motivo per cui attualmente è in esilio forzato in Europa. Un film di denuncia denso e claustrofobico che incrocia vari generi tra drama, thriller, cinema civile, per parlare della rivoluzione femminile in Iran, ancora più efficace perché visto dall'interno di una famiglia di Teheran. Tgcom24 vi offre una clip esclusiva.

La trama

  A Teheran vive la famiglia del neo-giudice della Rivoluzione, Iman (Missagh Zareh), un uomo di circa cinquant'anni con moglie Najmeh (Soheila Golestani) e due figlie: Rezvan (Mahsa Rostami) e la più piccola Sana (Setareh Maleki). Iman ha da poco ricevuto l'incarico di giudice e così allo stesso tempo deve essere zelante nel suo lavoro e stare attento a non diventare bersaglio dei militanti anti-regime in grande agitazione nelle strade della città, che potrebbero minacciare lui e la sua famiglia. Così all'uomo viene affidata d'ufficio anche una pistola perché possa difendersi in caso di pericolo. Iman sembra proprio essere una brava persona, un magistrato capace di andare in crisi quando deve mettere la sua firma per un mandato d'esecuzione, ma certo ha le sue rigidità, crede fermamente al rispetto delle regole ed è un uomo molto religioso. La moglie e le figlie, sono mille anni luce avanti, ognuna nella misura della loro età. La moglie segue la tradizione, ma è sicuramente più aperta del marito, mentre le figlie sono divise tra social, selfie, voglia di farsi i capelli blu e adesione, anche se non in modo diretto, alle ragioni di chi si scontra in piazza. Fin qui tutto bene nella famiglia di Iman, ma quando la sua pistola svanisce nel nulla, tutto cambia, diventa poliziotto. Sospetta subito di moglie e figlie, imponendo loro anche un umiliante interrogatorio da parte di un suo collega psicologo, e questo mettendo a dura prova i legami familiari fino al tragico finale.

La rivoluzione femminile in Iran

  "Il seme del fico sacro" è il simbolo della resistenza artistica e civile del popolo iraniano, una resistenza guidata innanzitutto dal coraggio delle donne e dei giovani che si battono per una rivoluzione culturale. "La lotta per i diritti delle donne in Iran ha radici molto antiche, quest'ultima fase, iniziata nel 2022, è insomma un anello di una lunga catena, una lotta che le donne fanno non solo per i loro diritti, ma per quelli di tutti. Oggi c'è questo movimento portato avanti soprattutto dalle donne per cambiare le cose e che rigetta ogni forma di violenza. C'è insomma una battaglia quotidiana tra la società civile e la Repubblica islamica che comincia a dare i suoi frutti" ha raccontato Mohammad Rasoulof.
 

I video degli smartphome come informazione libera

 La pellicola unisce scene girate in interni con gli attori, ai video reali delle violente proteste avvenute in Iran a partire dal 2022. Su come abbia fatto ad avere le immagini degli scontri a Teheran, dice il regista: "Il giornalismo, la cronaca non sono certo facili oggi in Iran e quelli sono i video che fanno i manifestanti stessi con i loro smartphone anche per mandarli all'estero. Diventano così l'unica forma di informazione libera che c'è. Vi faccio un esempio: quando sono uscito dopo quattro mesi di carcere mi sono procurato tutti i video che c'erano stati per capire cosa davvero era successo in quel periodo. Oggi il ruolo dei social, l'interconnessione rende più forte la battaglia e gli attivisti".

La condanna di Rasoulof

  A maggio Mohammad Rasoulof è stato condannato a scontare cinque anni di carcere da un tribunale iraniano. E come aveva reso noto il suo avvocato anche alla fustigazione, a una multa e alla confisca dei beni. Le accuse sono di "collusione contro la sicurezza nazionale". Il regista  è fuggito in modo drammatico e vive in Germania che ha selezionato "Il seme del fico sacro" come candidato per il miglior lungometraggio internazionale alla 97esima edizione degli Academy Awards. A Cannes, aveva dedicato il premio a tutti i perseguitati come lui: "Il mio cuore è con i perseguitati dal regime islamico del mio Paese, sono commosso da questo premio, sono triste per la catastrofe che vive il mio popolo quotidianamente, il popolo iraniano vive sotto un regime totalitario, la situazione è gravissima, la gente soffre enormemente".

Se ci siano state ritorsioni per chi ha lavorato in questo film in Iran, il regista spiega che: "Tra gli attori l'unica attrice che è ancora in Iran è quella che interpreta la madre, gli altri sono riusciti a lasciare il Paese, alcuni clandestinamente altri no. C'è comunque un procedimento giudiziario in corso contro tutti i partecipanti al film. Siamo accusati di propaganda contro il regime, attentati contro la sicurezza pubblica e diffusione della prostituzione e della corruzione sulla terra".

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