E' uscito il nuovo disco del progetto inglese, a ben 12 anni dal precedente. Tgcom24 se l'è fatto raccontare da loro
di Luca Freddi© ufficio-stampa
È uscito "To Believe", album che segna il ritorno della Cinematic Orchestra, a ben 12 anni dalla precedente prova, "Ma Fleur". Il quarto lavoro in studio vede collaborazioni storiche e nuovi partner, Moses Sumney, Roots Manuva, Heidi Vogel, Gray Reverend, Dorian Concept, Tawiah e Miguel Atwood-Ferguson (già a fianco di Flying Lotus, Anderson Paak) che si è occupato dell’arrangiamento degli archi. Il progetto musicale fondato vent'anni fa da Jason Swinscoe e Dominic Smith, lontano dalle mode, si è guadagnato nel tempo uno status di assoluto culto mondiale. Intorno al 2000, in piena club culture unirono sapientemente l'elettronica al jazz (nacque il "nu jazz") e ancora oggi gruppi e artisti affermati a livello internazionale come Kamasi Washington, Badbadnotgood, Ólafur Arnalds e Floating Points portano in dote quel seme, ripiantato e fatto ricrescere in altri territori sonori. Tgcom24 si è fatto raccontare da loro la visione del mondo contemporaneo, il linguaggio musicale e il lavoro dietro questo album, elegante, intimista, più aperto e d'atmosfera rispetto ai precedenti.
Cosa significa il titolo dell'album?
Il titolo dell'album è fondamentalmente una domanda che poniamo a chiunque, in questo momento storico ricco di tristi avvenimenti. Una domanda su ciò in cui vale la pena di credere, perché pensiamo sia importante credere e dare significato alla parola, ma anche essere critici e stare attenti alle fake news, al livello di veridicità dell'informazione, alla cultura che ci viene propinata in questa società. E' un invito a credere e a essere critici.
L'album esce dopo 12 anni dall'ultimo, "Ma Fleur". Cosa è successo e cosa avete fatto durante questi anni?
Siamo stati molto attivi su tanti progetti diversi, in particolare per la colonna sonora realizzata per Disney per il documentario "The Crimson Wing". E abbiamo lavorato tanto a questo album.
Che cos'ha di diverso "To Believe" dagli album precedenti? Sembra sia più aperto, più accessibile come sound...
Volevamo capire quale fosse il nostro ruolo di musicisti in questa società e il nostro posto nella musica contemporanea. Lo scopo principale è stato quello di creare un disco più diretto, più chiaro perchè volevamo che la gente capisse il significato delle canzoni. Volevamo essere più flessibili, meno accademici. Ci sono molte parti cantate e quindi più accessibile. Non è un disco pop, ma più "commerciale" rispetto al passato, con un filo diretto con la musica contemporanea.
Il vostro progetto è nato 20 anni fa come un linguaggio che metteva in comunicazione jazz, elettronica (e cinema) e ha influenzato tanti artisti. Cosa pensate visto che oggi questo mix è esploso letteralmente ed è portato alla ribalta da gente di successo come Kamasi Washington, Floating Point, Flying Lotus, Thundercat?
Penso che i nomi che hai citato abbiano solo preso ispirazione da ciò che abbiamo cominciato noi... e in cui crediamo. Ovvero l'esplorazione dei diversi generi, dal jazz al cinema in un mix che crei un nuovo linguaggio in cui è molto importante il contenuto, il significato. Un processo che ancora può cresere e migliorare.