Dopo il successo in patria il cantante olandese lancia la sua "Ladada" anche in Italia e subito spopola nelle radio. Tgcom24 lo ha sentito
© Lina Drakostamatis
Claude è pronto a conquistare l'Italia. Talento lanciatissimo in patria con il suo singolo di esordio "Ladada (Mes Derniers Mots)", il giovanissimo artista olandese che ha debuttato artisticamente a "The Voice Kids" nel 2019 è pronto al grande salto. E lo dimostrano i risultati che vedono anche da noi sin dai primi giorni la sua canzone tra le più passate in radio.
Quella di Claude è una lingua musicale che passa dall'inglese al francese, senza dimenticare le poliritmie del continente Africano. L'artista olandese di origini congolesi gioca con le contaminazioni linguistiche allo stesso modo in cui fa con quelle musicali. Basti guardare il gioco di riflesso con il sottotitolo della canzone (Mes Derniers Mots), ovvero "le mie ultime parole". Confessione, ultime parole, e un titolo onomatopeico che imita il suono delle note. Ad aprile aprirà i concerti di Stromae ma intanto si sta facendo conoscere anche dal nostro pubblico attraverso un brano che entra nella testa immediatamente grazie alle sue intelligenti contaminazioni che vanno dall'R&B alla dance passando per la tradizione musicale francese.
Come vivi questo momento in cui la tua musica si sta diffondendo a macchia d'olio da un Paese all'altro?
E' bellissimo ed emozionante. Oltre alla soddisfazione di vedere le mie canzoni apprezzate, in questo modo ho la possibilità di conoscere Paesi nuovi ed entrare in contatto con altre culture.
Tu hai iniziato a cantare giovanissimo. Come è cambiato il tuo approccio alla musica crescendo?
Sicuramente quando facevo musica da ragazzino ero focalizzato sullo scrivere cose come l'innamorarsi a quell'età o altre cose molto basiche. Crescendo ho iniziato ad affrontare temi più universali e a scrivere musica nella quale potessero riconoscersi tutti, adulti come ragazzini.
© Lina Drakostamatis
Ti aspettavi un successo di questo tipo?
A dire il vero ancora adesso mi capita di guardarmi allo specchio e chiedermi cosa sia successo negli ultimi cinque mesi. E' tutto così assurdo. Sono grato del fatto che così tanta gente apprezzi la mia musica e che lo faccia anche in Paesi diversi dal mio.
La tua musica è un interessante mix di diverse influenze culturali, addirittura con testi in diverse lingue all'interno della stessa canzone. E' qualcosa che ti viene spontaneo o è stato frutto di uno studio e di una ricerca?
E' divertente perché "Ladada" doveva essere inizialmente una canzone in olandese. Il mio produttore ha suggerito che ci fosse qualcosa in francese dentro. All'inizio ero spaventato all'idea, mi chiedevo se la gente avrebbe capito di cosa parlavo. Poi mi sono convinto di fare il pezzo in due diverse lingue. Quindi abbiamo iniziato a scrivere questo pezzo che parla delle ultime parole dette in varie circostanze: al tuo ex amore, a qualcuno che vuoi lasciarti alle spalle.
Oggi è sempre più difficile dire qualcosa di nuovo in campo musicale. Pensi che una soluzione sia quella di attingere a culture a diverse?
Sì, mettere insieme diverse cose è sempre positivo, è un modo di crescere e trovare idee inedite, fondendo mondi diversi per dare vita a un linguaggio nuovo.
Quali sono gli artisti che ami di più e che per te sono anche fonte di ispirazione?
Ce ne sono diversi. Direi Lewis Capaldi, Bruno Mars, John Legend e Stromae.
Stai scrivendo nuova musica al momento?
Ovviamente sì. La prossima canzone sarà molto diversa da "Ladada" da un punto di vista stilistico. L'unico punto di contatto sarà quello di avere un testo in due lingue, francese e inglese.
Credi che questo possa diventare un tuo marchio di fabbrica?
Esattamente, è quello che ho in mente. E' qualcosa che mi diverte molto fare ora e sicuramente le prossime canzoni saranno fatte così.