STELLA DEGLI 80'S

Cyndi Lauper: "Voglio ancora divertirmi ma non dimentico la lotta per i diritti civili"

La cantante, una delle icone pop degli anni 80, è stata intervista dalla "Libertà" di Piacenza in occasione della presentazione del documentario sulla sua vita

15 Mar 2024 - 11:21
 © Da video

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Con "Girls Just Want To Have Fun" ha segnato gli anni 80. Cyndi Lauper di quel decennio è stata un'icona, con il suo pop colorato e orecchiabile ma dietro il quale c'erano sempre messaggi importanti, soprattutto di affermazione del ruolo della donna e di rispetto dei diritti civili. Ora a Cyndi è stato dedicato un documentario sulla sua vita, "Let the Canary Sing", presentato nelle scorse settimane a Torino. "Non avrei mai immaginato di avere una carriera tanto lunga. Ho avuto alti e bassi, ma la musica non l’ho mai abbandonata e lei non ha mai abbandonato me - ha detto alla "Libertà" di Piacenza -. A 70 anni voglio ancora divertirmi ma c’è ancora bisogno di cantare per la parità dei diritti!". 

L'ultimo album di Cyndi Lauper, "Detour", risale al 2016, ma questo non significa che l'artista americana si sia ritirata a vita privata, anzi. Sempre attiva sui social dove è spesso in prima linea per battaglie sociali, sul fronte artistico si divide tra televisione (ha partecipato a un episodio della nuova stagione di "Magnum P.I." e alla serie "Gli orrori di Dolores Roach") e teatro. "Sto ultimando l’adattamento teatrale di 'Working girl' ("Una donna in carriera" -ndr), mi sta impegnando da più di due anni - racconta al quotidiano emiliano -. Sono molto emozionata e tengo molto alla storia poiché è una storia femminista, di riscatto sociale, di autonomia ritrovata. E d’amore, certo, infatti ho composto anche brani romantici. Ma, soprattutto, il mio focus è sulle conquiste della protagonista, che ho narrato, anche musicalmente, con stile e riferimenti più moderni e attuali. C’è ancora bisogno di cantare per la parità dei diritti!". 

Perché su quel fronte Cyndi è sempre stata attivissima, sin dai primi momenti della sua carriera. "Sono sicuramente più matura e consapevole, ma ho subito preso a cuore i diritti civili, sin da quando il mio caro amico Gregory Natal morì di Aids. Negli Anni 80, c’era chi evitava persino l’argomento - ricorda -. A lui e a tutte le altre vittime ho dedicato 'True Colors' e mi sono resa conto, guardando il documentario di Alison Elwood, che è ancora un inno. Oggi potrei dedicarla agli emarginati, ce ne sono tantissimi in America e, a causa delle guerre, sempre di più nel mondo. E per le donne, per certi aspetti è ancora più difficile. Per questo, ho creato per loro un centro accoglienza". 

E anche se gli anni passano il piglio rimane quello di sempre. Forse merito delle origini italiane. "Mi piacciono molto le donne italiane, specialmente quelle del Sud. Mamma veniva da Palermo. E' morta due anni fa e mi manca tantissimo - spiega -. Ho notato che le donne italiane sono molto orgogliose, devo aver preso da lì il mio lato battagliero".

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