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L'attore americano si è imposto prima con film come "Interceptor" e "Arma Letale", interpretando poi anche ruoli drammatici. Nel corso degli anni è passato dietro la macchina da presa dirigendo kolossal come "La passione di Cristo" e "Apocalypto"
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Successo, polemiche, violenza, alcol, accuse di antisemitismo e ricerca di redenzione. Non c'è che dire, una vita piena ed intensa per Mel Gibson che il 3 gennaio compie 65 anni, Prima attore perfetto per gli action movie e poi regista a tutto tondo, con tanto di Oscar all'attivo (per "Braveheart"), a un certo punto folgorato sulla via di Damasco dall'integralismo cattolico. Nel 1979 il primo ruolo da protagonista nel film "Interceptor" lo lancia verso la celebrità. Intanto, nonostante l'età, non rinuncia ancora a ruoli da action-hero: lo attendiamo per il quinto capitolo della saga "Arma Letale"...
Nei suoi 44 anni di carriera Mel Gibson ha interpretato 50 film e ne ha diretti 8. Oltre alla più famosa statuetta, ha vinto un Golden Globe, un Hollywood Film Awards, un Satellite Award e un MTV Movie Award.
Nato negli Stati Uniti, a 12 anni si trasferisce con la famiglia a Sidney. In Australia inizia a studiare recitazione, conservando però la cittadinanza Usa. Il suo esordio è del 1976 con la serie tv australiana "The Sullivans" (1976-1983), e, l'anno dopo, nel film di Anthony Page "I Never Promised You a Rose Garden". Arriva poi il ruolo che lo rende famoso: Rockatansky in "Interceptor - Il guerriero della strada" (1979) di George Miller, per la trilogia di Mad Max. Ma lo ricordiamo anche nella parte del giornalista in "Un anno vissuto pericolosamente" (1982) di Peter Weir, spacciatore di droga in "Tequila Connection" (1988) di Robert Towne.
A metà anni 80 Gibson è già una celebrità e People lo incorona uomo più sexy del pianeta. E la saga "Arma letale" lo consacra star globale. A inizio anni Novanta, decide di passare dietro la macchina da presa. Così fonda una sua casa di produzione, la Icon Productions, e con la sua seconda prova dietro la macchina da presa, "Braveheart" (1995). porta a casa 5 Oscar tra cui quelli per miglior film e miglior regia.
Ma è con il controverso "La passione di Cristo" (2004), racconto fin troppo crudo sulle ultime ore di Gesù, che l'attore-regista si ritrova sulle pagine dei giornali di tutto il mondo. Mentre il film vola ovunque al box office prendono quota anche le polemiche (su tutte le accuse di integralismo cattolico e presunto antisemitismo). Il successo artistico, scandito anche da film come "Il Patriota", "What women want", "Signs", viene però compromesso da una vita privata che offusca la sua immagine. Viene arrestato nel 2006 per guida in stato di ebbrezza e accusato di dichiarazioni antisemite e di razzismo. Aggredisce infatti l'agente che gli sta mettendo le manette chiedendogli: "Sei un ebreo?".
Teste mozzate, sgozzamenti, stupri, torture, massacri di donne e bambini inermi, cuori pulsanti strappati dal petto sono la nuova provocazione di Mel Gibson nel 2007 con il suo film da regista "Apocalypto".
Sul fronte della vita privata, Gibson è stato sposato per un quarto di secolo con Robyn Moore, dalla quale ha avuto sette figli. Dopo un divorzio milionario, segue una tempestosa relazione (denunciato per maltrattamenti, insulti a sfondo razzista e minacce di morte) con la musicista russa Oksana Grigorieva, da cui ha avuto una figlia. Ha anche un erede dalla sceneggiatrice Rosalind Ross, con la quale fa coppia fissa dal 2014.
Negli ultimi tempi lo abbiamo visto in coppia con Sean Penn in "Il professore e il pazzo" (2019) e da poco in streaming nei panni di un Babbo Natale "irregolare" e in crisi in "Fatman". Gibson non sta con le mani in mani e sarà ben presto ancora sotto i riflettori. Intanto è in fase di pre-produzione "La Resurrezione", il sequel de "La passione di Cristo" senza dimenticare che dopo tante chiacchiere si concretizzerà il capitolo 5 della saga di "Arma Letale". Il buddy movie che ha fatto la storia del cinema tornerà con la coppia storica Mel Gibson-Danny Glover nei panni degli agenti di polizia Martin Riggs e Roger Murtaugh e sarà diretto dal 90enne Richard Donner, già dietro la macchina da presa di tutti e quattro gli altri episodi, l’ultimo dei quali risale a ben 22 anni fa.