COLLETTIVO DI ARTISTI

Da Silvestri a Joan as a Police Woman, ecco "Lost in the desert": un brano a sostegno dei lavoratori dello spettacolo

Un collettivo di artisti ha deciso di fare qualcosa per sostenere i colleghi che lavorano dietro le quinte nel mondo della musica

12 Mag 2020 - 13:59

L'emergenza coronavirus ha messo in ginocchio il mondo dello spettacolo. A parte una manciata di super big, versano in cattive condizioni tutti gli artisti di calibro medio-piccolo, ma in grande emergenza sono soprattutto gli invisibili che stanno dietro alle esibizioni dal vivo tra tecnici e fonici, fino a quelli che montano il palco. Nasce così "Lost in the desert", brano il cui ricavato sarà devoluto al fondo Covid-19 Music Relief a sostegno di quei lavoratori. Tra condivisione artistica e umana, la canzone è nata da un collettivo di artisti che comprende Daniele Silvestri, Joan As Police Woman, Rodrigo D'Erasmo, Fabio Rondanini, Rancore.

Il brano è stato prodotto da Silvestri stesso insieme a Mace, Venerus, Filippelli, D'Erasmo e Tortora ed esce martedì 12 maggio. Gli artisti si sono dunque riuniti a distanza, a rispetto delle norme di precauzione anti Covid-19, cercando di regalare una speranza in più a chi si trova per l’appunto “perso nel deserto”.

Come spiega Daniele Silvestri: "Avete presente quando, alla fine di uno spettacolo, di un concerto, di un'esibizione di qualsiasi genere, il protagonista principale chiede 'un applauso ai tecnici', magari aggiungendo qualcosa tipo 'senza di loro, nulla di questo sarebbe possibile'. Avete presente? Ecco. È vero. È sempre vero. Anche quando sembra vagamente retorico, o ipocrita, in realtà è proprio vero e basta. Quello che però forse non sapete è che quella categoria - quella dei tecnici intendo - è una delle meno protette in assoluto, anche all'interno del già debolissimo mondo dei lavoratori 'intermittentì dello spettacolo".

Il cantautore romano ha raccontato l'iniziativa: "È arrivato il momento di restituire. È il momento di dirgli che era importante quello che facevano e che prima o poi rifaranno, e che adesso che non possono farlo… non sono stati dimenticati, messi da parte, abbandonati. Ed è giusto che i primi a pensarci siano i più fortunati, quelli che hanno potuto godere di entrate sicure e più o meno consistenti, di qualche forma di popolarità... quelli che anche da casa riescono a combinare qualcosa, a farsi ascoltare da qualcuno. Quelli come me".

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