in scena a milano

Daniele Gattano tra "Perestrojka e Pancake": "Un viaggio nelle assurdità del nostro tempo"

Lo stand-up comedian al Teatro Manzoni il 13 e 14 gennaio

09 Gen 2025 - 10:45
 © Sara Sabatino

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Partito dai pub, in cui si esibiva di fronte a una manciata di spettatori, Daniele Gattano porta in scena il suo quarto spettacolo "Perestrojka e Pancake" ("perché Sesso e Samba l'hanno già preso" scherza lui) con una doppia data al Teatro Manzoni di Milano il 13 (sold-out) e 14 gennaio, che inaugurano il tour che si chiuderà a fine maggio a Bologna. Uno show nato dai frammenti di conversazioni ascoltate per caso, che gioca sui contrasti e sulle assurdità del nostro tempo.

Partiamo dal titolo, cosa significa?
Perestrojka e Pancake l'ho scelto perché Sesso e Samba era già stato preso... (ride). Le ho scelte perché sono due cose distanti, che non c'entrano nulla una con l'altra. Queste due parole ritornano all'interno dello spettacolo, che in forme diverse è tutto giocato sui contrasti.

"Perestrojka e Pancake" è il tuo quarto spettacolo teatrale, come sarà?
In questo spettacolo ho pescato un po' meno da me. Una delle critiche che ho sentito più spesso sulla stand up comedy è che sia troppo auto riferita. Sul palco i comici parlano solo della loro vita: io e mia mamma, io e il sesso, io e la psicologa. Nell'ultimo anno ho quindi iniziato a segnarmi le cose che sentivo dire dalle persone al bar, in metro o in strada. Lo spettacolo nasce proprio da questo: da una decina di "origliate" che sono spunti per affrontare diversi temi. Poi li seziono comicamente sul palco, per offrire il mio punto di vista.

I social offrono lo stesso tipo di spunto?
Sui social c'è meno sincerità, sono solo uno spaccato del mondo reale e per questo non ci rimango troppo male quando mi criticano. Quando pubblico un contenuto so benissimo che non incontrerà il gusto di tutti. Preferisco quando mi contestano una battuta a fine spettacolo, gli do più peso rispetto all'insulto online. Io ho uno spirito critico molto forte e ascolto i pareri del pubblico e degli amici. Mi è capitato di togliere delle battute quando mi hanno fatto notare che non erano giuste. 

© Sara Sabatino

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Com'è cambiato il tuo approccio con il palco dagli esordi a oggi?
Il mio è stato un percorso molto lento, sono partito dai pub davanti a 8/9 persone. Arrivato ad avere un teatro pieno è ovviamente una grande soddisfazione. Il pubblico viene perché mi conosce, ma non voglio per questo abbassare il tiro o andare in discesa. Tutti i monologhi li provo comunque in alcuni locali di open mic a Roma, davanti a un pubblico che non è il mio. Lì capisco davvero se il pezzo funziona.

Qual è la situazione della stand up in Italia?
Negli ultimi tempi siamo un po' usciti dalle generalizzazioni, una cosa che non mi ha mai divertito molto. Quando parli in prima persona, della tua vita, non rappresenti nessuna categoria e non porti nessuna bandiera.

La tua carriera si è divisa tra tv e teatro, dove ti trovi più a tuo agio?
Il pregio del teatro è sicuramente il fatto di avere carta bianca e di avere più tempo a disposizione. La televisione mi diverte perché ti dà un certo tipo di riconoscibilità, è una soddisfazione soprattutto a livello personale. Di contro c'è il fatto che quando non sei indispensabile non vieni più chiamato, poi alcune cose te le fanno accorciare o allungare. Purtroppo dipendi sempre anche dalla decisione di qualcun altro.

© Sara Sabatino

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Quali sono i comici che guardavi da piccolo?
Da bambino il mio punto di riferimento era Zelig, vedevo e vedo molto volentieri ancora oggi Teresa Mannino. La vera ispirazione, però, non la prendo dai comici. In questo spettacolo, per esempio, sono stato molto condizionato da Francesco Piccolo e dal suo libro "La bella confusione".

Anche perché tu non hai esordito come comico...
All'inizio non era il mio obiettivo, non mi guardavo tutti i video dei comici sognando di diventarlo anche io. Ho frequentato lo Stabile di Genova e mi ero trasferito a Roma per fare l'attore. In un periodo in cui non lavoravo mi sono presentato a un laboratorio comico di Zelig, convinto che fosse una sessione di esercizi teatrali. Ho quindi preparato un provino, ma quando ho capito che era tutt'altro non mi sono tirato indietro. E' stata la mia coinquilina a convincermi a tornare e mi hanno preso. Ho scoperto così che mi piaceva portare sul palco delle cose scritte da me, anziché interpretarle e da lì poi è partito tutto.

TOUR 2025
13 e 14 gennaio - Milano Teatro Manzoni
01 febbraio - Mestre Teatro Toniolo
02 febbraio - Napoli Teatro Troisi
07 febbraio - Pordenone Teatro Capitol
21 febbraio - Torino Teatro Superga
07 marzo - Latina Teatro Moderno
15 marzo - Genova Teatro Stradanuova
29 marzo - Perugia Auditorium San Francesco al Prato
12 aprile - Vasto Teatro Madonna dell'Asilo
23 aprile - Roma Teatro Ambra Jovinelli
29 maggio - Bologna Teatro Dehon

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