E' uscito il nuovo album del produttore e cantante che sarà al Festival di Sanremo con "Onda alta", Tgcom24 lo ha incontrato
di Massimo Longoni© Sarah Scanderebech
Dargen D'Amico gioca d'anticipo e, prima ancora della sua partecipazione al Festival di Sanremo 2024 con il brano "Onda alta", pubblica il suo nuovo album "Ciao America". Un disco estremamente variegato da un punto di vista sonoro ma con un tema forte che percorre tutti i brani: quello della migrazione, del nomadismo, della ricerca di una casa. "E' un tema che mi appartiene - racconta l'artista 43enne -. Quello familiare, per me che ho genitori originari della Sicilia, e quello che coinvolge gli altri. Perché tutti facciamo fatica a capire quale sia casa nostra. Nel 2023 gli arrivi dei migranti hanno superato 150mila unità. L'emigrazione è parte imprescindibile dell'esistenza. Nessuno geneticamente è nato qui".
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Il fare perennemente ironico e incline al cazzeggio, unito al look stravagante, non devono trarre in inganno. Quella di Dargen D'Amico è una testa pensante, e non a caso al Festival di Sanremo una delle poche caselle riservate all'impegno sociale è ad appannaggio suo. Il tema dei migranti gli sta talmente a cuore che nel corso della settimana sanremese lo svilupperà anche al di fuori dell'Ariston, con l'Edicola Dargen che ogni giorno alle 10 distribuirà un fumetto a puntate realizzato da Daniel Cuello e alle 18:30 ospiterà incontri con esperti del settore come Cecilia Strada (ResQ Onlus) o Alessandro Porro (soccorritore SOS Mediterranee). Per non parlare ovviamente dell'album "Ciao America", tutto costruito su quelle tematiche, pur affrontate da diversi punti di vista.
Tredici tracce con le collaborazioni di Guè (che con Dargen andava a scuola), Rkomi, Beatrice Quinta (da lui seguita come coach a "X Factor") e Vincenzo Fasano. Si attinge alla tradizione cantautorale italiana filtrandola attraverso un continuo mutamento di generi, dall'elettronica, al pop, alla techno e alla musica classica.
"'Ciao America' è un titolo cumulativo - spiega Dargen D'Amico -, quando stavo lavorando ai brani ho notato che c'era una tendenza nello scrivere a riferimenti ai legami familiari. Ai miei, quando da ragazzino, con una certa leggerezza giovanile, chiamavo momento Ciao America, l'occasione in cui si leggevano le lettere dei parenti emigrati. Ma è anche una sintesi di quello che faccio io: musica italiana che si approfitta di alcuni stilemi musicali degli Usa, senza che lo stilema prevalga. E, infine, mi sembrava riassuntivo di questo momento che il mondo sta vivendo, con il passaggio dello scettro (economico) dall'Occidente all'Oriente, e quindi Ciao America. Una fotografia di un tramonto che fissa anche il nostro Paese, ormai in balia dell'immobilismo da almeno 30-40 anni".
Dargen si divide tra scrittura e produzione, "ma mi diverto a produrre e non a scrivere. Eppure la produzione non mi chiarisce nulla, mentre la scrittura mi mette di fronte a risposte che non sempre cercavi, ti dà la possibilità di meditare. Scrivere è una sorta di igiene personale per buttare fuori cose. Anche da adolescente ti permette di risolvere senza sapere cosa". Il tema del nomadismo, della migrazione, è alla base anche della scelta per la serata delle cover a Sanremo: insieme alla BabelNova Orchestra omaggerà la musica di Ennio Morricone (The Crisis), con i testi dei suoi brani "Modigliani" (storia di un italiano che emigra all'estero, e anche primo pezzo che ha presentato a Sanremo nel 2015, venendo scartato) e "Dove si balla". "È il tentativo di dare un altro punto di vista per raccontare con più profondità lo stesso tema" spiega lui.
Dopo il grande successo del tour precedente con "Nei sogni nessuno è monogamo", che lo ha visto calcare i palchi più prestigiosi d’Italia Dargen D’Amico partirà dall’Auditorium Parco della Musica di Roma il 30 settembre, passando per Milano al Teatro Arcimboldi il 1 ottobre, il 9 ottobre al Teatro Dehon, per finire l’11 ottobre a Napoli Teatro Bolivar. Sul palco insieme a lui i fidati musicisti e collaboratori Gianluigi Fazio, Edwyn Roberts, Tommaso Ruggeri e il polistrumentista Diego Maggi.