AL PICCOLO TEATRO GRASSI

Davide Enia, nel suo "Autoritratto" le ferite di una generazione alle prese con Cosa Nostra

L'autore palermitano è in scena al Piccolo Teatro Grassi di Milano fino al 17 aprile

26 Mar 2025 - 16:19
 © Andrea Veroni

© Andrea Veroni

Davide Enia è in scena al Piccolo Teatro Grassi di Milano fino al 17 aprile con "Autoritratto". L'autore palermitano, partendo dalla cronaca degli anni 80 e dalle bombe del '92, costruisce una coinvolgente intelaiatura biografica, per tracciare "un autoritratto intimo e collettivo" di una comunità costretta a convivere con la continua epifania del male. "A Palermo, tutti possediamo una costellazione del lutto in cui le stelle sono persone ammazzate da Cosa Nostra - dice lui -. Si chiama Autoritratto ma a parlare è un’intera generazione, che in quegli anni stava diventando maggiorenne, un'intera città, un intero bacino culturale che prova in qualche modo a confrontarsi con quanto è accaduto, a richiedere con urgenza che venga raccontata la verità di quegli eventi".

© Andrea Veroni

© Andrea Veroni

Intrecciando cunto (racconto - ndr) e parole, corpo e dialetto, "gli strumenti che il vocabolario teatrale ha costruito nella mia Palermo", Enia esplora quella che definisce la nevrosi dei suoi concittadini nei confronti della criminalità organizzata: "Per diverse ragioni, da noi la mafia è stata minimizzata, sottostimata, banalizzata, rimossa o, al contrario, mitizzata. Ovvero: non è mai stata affrontata per quello che è. Affrontare per davvero Cosa Nostra - spiega Davide Enia - significa iniziare un processo di autoanalisi. Non volere quindi capire in assoluto la mafia in sé, quanto cercare di comprendere la mafia in me". Lo spettacolo racconta i continui incontri con Cosa Nostra: i cadaveri incontrati per strada, le persone conosciute uccise dalla mafia, le bombe in città, l'apparizione del male, alla quale l’artista risponde con "un lavoro che è una tragedia, un'orazione civile, una interrogazione linguistica, un processo di autoanalisi personale e condiviso. Un autoritratto al contempo intimo e collettivo".

Non per niente questo lavoro nasce da una pluralità di voci, che Enia ha fatto in qualche modo suoi. "Nel lavoro di ricerca per 'Autoritratto', oltre a consultare la sterminata letteratura sul tema, ho parlato a lungo con i miei coetanei di allora, tutte persone che vissero a Palermo in quel tempo - spiega -. Ho avuto inoltre il privilegio di incontrare tre funzionari, ora in pensione, della DIA, la Direzione Investigativa Antimafia. Perciò anche questo, come tutti i miei lavori, ma come, credo, ogni testo che viene scritto, è un’operazione plurale, sempre filtrata dalla soggettività di chi scrive, che prende la responsabilità di firmare o a volte 'si appropria' delle parole di altri".

"Autoritratto" è un distillato purissimo di una tradizione monologante che si radica nel cunto e risplende in una partitura di suoni e ritmi, dove le parole si sposano con i gesti e i silenzi, perché, secondo un adagio palermitano spesso ricordato da Enia, "’a megghiu parola è chìdda ca ’un si rìce" ("la miglior parola è quella non detta"). Il lavoro di Enia vive, riluce, si innerva del patrimonio espressivo del dialetto siciliano, atto d’amore per la propria terra e la propria lingua: e, in quanto tale, manifesto di denuncia che, con lucido rigore e umana pietas, scava tra le devastazioni di Cosa Nostra, presenza pervasiva e insieme fantasmatica.

A partire dallo spettacolo, Davide Enia firma "Autoritratto. Istruzioni per sopravvivere a Palermo", pubblicato l'11 marzo per i tipi di Sellerio.

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Piccolo Teatro Grassi

(via Rovello, 2 - Milano), dal 25 marzo al 17 aprile 2025

"Autoritratto"

di e con Davide Enia, musiche composte ed eseguite da Giulio Barocchieri 

Orari: martedì, giovedì e sabato, ore 19.30; mercoledì e venerdì ore 20.30 (salvo 9 aprile, riservata scuole); domenica, ore 16. Lunedì riposo.

Durata: 90 minuti senza intervallo

Prezzi: platea 40 euro, balconata 32 euro

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